Il filo di Arianna anzi quello di Louise Riley

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Louise Riley è un’artista particolare posta a cavallo tra arte pittorica e artigianato tessile. Realizza infatti “disegni” caratteristici carichi di creatività concettuale che in se hanno un grande fascino e che senza dubbio catturano empaticamente l’attenzione dell’osservatore.

Louyse Raley ha frequentato la “Winchester School of Art, diplomandosi in “fine art textiles”. Ha un’esperienza pluri ventennale dei volti soggetto che tra tutti predilige.

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Prevalentemente si dedica infatti ai ritratti ma anche a opere che ritraggono il corpo umano.

Fin qui quasi tutto normale. Dove sta allora la sua particolarità? Presto detto; consiste nella modalità in cui li realizza i suoi lavori che non è con i pennelli ma cucendoli con tanti fili colorati.

Nemmeno il supporto che sceglie è consueto, tanto meno banale, non sceglie infatti la classica tela. Le sue opere sono composte per lo più su vecchi materassi per un preciso concept che troviamo affascinante

Questa artista tessile, ha scelto di cucire le sue opere per avere più tempo da trascorrere insieme ad esse attraversando in qualche modo una vera e propria filosofia. Il voler cucire e non dipingere nasce dall’esigenza che lei stessa ha dichiarato nel gusto di trascorrere tempo con le sue realizzazioni. Effettua così una vera e propria “immersione” nell’opera che stava creando. La pittura, troppo rapida, non le dava lo stesso tempo. Il ricamo invece le permette di esplorare una gamma di emozioni che man mano prova mentre crea i suoi lavori.

I materassi, come detto, sono per lo più il supporto scelto da questa artista, riutilizzando oggetti “logori” che hanno in sé la loro storia da narrare, e che vengono trasformati dalle sue mani in oggetto d’arte vero e proprio. Non va nemmeno trascurato il fatto che il materasso costituisce un luogo intimo per tutti noi, un sito in cui abbandonarci. Attraverso le sue opere dunque Louise restituisce una nuova vita agli oggetti ma anche ai personaggi sotto un senso fisico e spirituale.

Le tecniche tessili che utilizza sono il frutto di una sua personale sperimentazione ed esplorazione, passando un filo tra le trame di un tulle, impalpabile e quasi invisibile per la resa un senso di fluttuazione, oppure passando fili con maggior spessore su tessuti come cotone o lino.

Louise Riley ha trovato una propria modalità espressiva, non tradizionale, che potremmo osare dire prossima ad una sorta di forma scultorea. C’è un gusto coreografico e scenico naturale costituito da vibranti tocchi di colore che restituiscono, attraverso forze simbiotiche o contrapposte, frammenti di quell’esperienza umana così incantevole ed emozionale.

Ester Campese

 

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