BLUE WHALE CHALLENGE. Telefono Azzurro: “Allarme, ma non allarmismo”

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ITALIA TERRENO FERTILE, IN CRESCITA I CASI DI AUTOLESIONISMO IN ADOLESCENZA

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SE TI AUTOLESIONI O STAI PENSANDO AL SUICIDIO – I CONSIGLI DELL’ASSOCIAZIONE CHE IL PROSSIMO 8 GIUGNO CELEBRA I TRENT’ANNI DI ASCOLTO AL FIANCO DI BAMBINI E ADOLESCENTI

La “Blue Whale Challenge”,consterebbe in un percorso a step culminato nel suicidio del partecipante alla sfida, documentato attraverso un video o app di live streaming come Periscope.

Negli step della sfida è ricorrente l’incitazione ad atti diauto-lesionismo. Con questo termine si intende il danneggiamentodel proprio corpo attraverso lesioni intenzionalmente auto-inflitte quali, ad esempio, tagli, bruciature o fratture. Quandanche l’autolesionismo non sia mosso da intenzioni suicidarie, è bene ricordare che gli esiti accidentali di tale condotta possono essere molto gravi e talvolta letali.In un recente report dell’OMS si afferma che “il suicidio e la morte accidentale da autolesionismo erano la terza causa di mortalità degli adolescenti nel 2015, con una stima di 67.000 morti. L’autolesionismo si verifica in gran parte tra gli adolescenti più grandi, e globalmente è la seconda causa di morte per le ragazze adolescenti di età maggiore. E’ la principale causa di morte o la seconda di adolescenti in Europa e Sud-Est asiatico.

Allo stato attuale, non risultano in Italia casi accertati che siano incontrovertibilmente riconducibili al fenomeno “Blue Whale”. Il clamore della notizia e le due richieste di aiuto pervenute a Telefono Azzurro (come la mamma che richiede laboratori specifici sul tema Blue Whale e la chat della ragazzina che scrive dicendo di essere ispirata ad iniziare la challenge) sono però un’ottima occasione per riflettere sul tema della tutela della salute mentale di bambini e ragazzi.

“Telefono Azzurro sta monitorando l’allarme senza però cedere ad unallarmismo – dichiara Ernesto Caffo, Professore ordinario di Neuropsichiatria infantile- Università di Modena e Reggio Emilia, Presidente di Telefono Azzurro Onlus – Invitiamo tutti ad un’estrema cautela, in linea con le molte voci di professionisti europei con cui ci stiamo confrontando e che si stanno esprimendo in questo senso. Il fenomeno dell’autolesionismo spesso viene esposto online, insieme al suicidio. Entrambe rappresentano tematiche di interesse per i professionisti del nostro settore che si occupano della tutela dei bambini e dei ragazzi. Se è vero che non ci sono casi riconducibili al Blue Whale Challenge è anche vero che i dati Telefono Azzurro ci restituiscono uno scenario preoccupante. Specialmente nell’ultimo quadrimestre. Per ogni necessità noi siamo a disposizione dei ragazzi alle linee di ascolto 19696 e 114 oltre che in chat per qualsiasi confronto o necessità di aiuto”

Autolesionismo in crescita stando ai dati raccolti dalle linee di ascolto Telefono Azzurro, dove nel solo primo quadrimestre l’Associazione ha gestito 59 casi di atti autolesivi, 43 di ideazione suicidaria e 9 di tentativo di suicidio.

Se questo trend dei primi mesi del 2017 venisse confermato anche per il resto dell’anno, allora i casi per queste tre motivazioni risulterebbero in aumento rispetto l’anno passato.

L’interpretazione del Blue Whale da parte di Telefono Azzurro

Le testimonianze dei genitori dei ragazzi russi il cui suicidio sarebbe riconducibile alla sfida “Blue Whale” citano spesso la dimensione del segreto, fondamentale in molte forme di abuso (es. psicologico e sessuale). Il segreto e l’imposizione del silenzio sono funzionali all’isolamento della vittima e ad impedirle che possa chiedere un aiuto, interrompendo la dinamica in corso. È fondamentale insegnare ai ragazzi a diffidare da chi vuole il loro silenzio o lo impone attraverso la minaccia: apparentemente sembra un modo per creare una relazione esclusiva, è invece un mezzo per isolare dalla rete di sostegno amicale e familiare, rendendo difficile la richiesta di aiuto.

I CONSIGLI DI TA – Se ti autolesioni o stai pensando al suicidio:

  1. Contrapponi il fare al pensare: esci, fai qualcosa di semplice, ma rilassante che pensi ti possa far stare meglio. Questo non significa ignorare ciò che ti mette in difficoltà: è importante farlo, ma nel momento più adeguato e con il sostegno di professionisti che ti possano supportare in questo.
  2. Tieni presente che quando ci si sente in estrema difficoltà la percezione delle cose è alterata e si ha la sensazione di non avere vie d’uscita. Ricorda però che si tratta spesso di momenti transitori.
  3. Cerca di non stare solo: solitudine ed isolamento rischiano di peggiorare la situazione.
  4. Prova a pensare ad una situazione di difficoltà che sei riuscito a superare in passato. Cosa ti è stato d’aiuto? Quali risorse hai messo in campo? Quali oggetti, comportamenti, idee o persone ti hanno aiutato?
  5. Prova ad immaginare un ragazzo nella tua stessa situazione: cosa gli diresti per aiutarlo?
  6. Se sai che qualcosa ti fa stare male e pensi di essere in un momento di particolare vulnerabilità, cerca di evitare. Ad esempio, se un luogo ti evoca particolari ricordi negativi, non andarci e, se devi farlo, non andarci da solo.
  7. Chiedere aiuto non è un atto di debolezza: è, invece, un modo molto coraggioso di iniziare un percorso per stare meglio.
  8. Informa una persona di tua fiducia di come ti senti: condividere significa anche “dividere con”. Parlare con qualcuno ti aiuterà a costruire più soluzioni proprio quando ti sembra che non ce ne siano. La persona che avrai scelto sarà felice di poterti ascoltare, non vergognarti di raccontare come ti senti, stai facendo un passo molto importante.
  1. Se sai che un amico o una persona che conosci si auto-lesiona o sta pensando al suicidio, offrigli il tuo sostegno ed il tuo ascolto, ma non assumerti da solo questa responsabilità. Informalo, ad esempio, della possibilità di rivolgersi a Telefono Azzurro, chiamando il numero sempre attivo 1.96.96 oppure attraverso la chat (attiva tutti i giorni dalle 08.00 alle 22.00 – il sabato e la domenica dalle 8:00 alle 20:00).
  1. Se non dovesse accettare o se tu non fossi sicuro che chiederà un aiuto, prova a contattare tu Telefono Azzurro. Cercheremo insieme una soluzione. Oppure, informa un tuo adulto di riferimento di questa situazione.

 

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