TEST DEL CERVELLO PER SCOPRIRE I FALSI INVALIDI

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Le autorità di Lucerna hanno introdotto degli esami neuropsicologici nei casi dubbi

 

Il problema dei falsi invalidi non riguarda solo l’Italia, troppo spesso presa a paradigma quale Paese delle truffe senza guardare cosa accade magari solo al di là delle nostre frontiere.

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Basta varcare, infatti, il confine e giungere in Svizzera, per scoprire che le autorità lucernesi utilizzano un sistema che pare sia infallibile per smascherare falsi invalidi che si rivolgono all’assicurazione per ottenere una rendita adducendo motivi psichici.

Sono staimagesti introdotti specifici test neuropsicologici che hanno riguardato nel solo 2013 60 casi, come ha confermato il direttore dell’ufficio dell’AI, Donald Locher, dopo le anticipazioni della Zentralschweiz am Sonntag.

Nella maggioranza dei casi è emersa una esagerata accentuazione della malattia, mentre per una minoranza dei richiedenti la gravità dei disturbi si è rivelata maggiore rispetto a quanto gli stessi interessati supponevano. Locher ha precisato che questa procedura è stata implementata a partire dall’anno precedente per identificare, in caso di dubbio, le richieste ingiustificate e ridurre così i costi. I test – che prevedono una valutazione delle capacità di performance e di riflessione oltre ad un’analisi delle onde cerebrali – si aggiungono alle normali perizie psichiatriche.

L’idea potrebbe essere un importante passo avanti da riportare anche nel Nostro Paese, dove il problema dei falsi invalidi, specie di quelli con lamentate patologie neuropsichiatriche è una piaga che causa costi sociali rilevantissimi che vanno a ricadere nelle casse dell’INPS e quindi sulla collettività ed anche sui veri invalidi per  l’odiosa caccia alle streghe attuata che troppo spesso mette ingiustificatamente nel calderone tutto e tutti.

Giovanni D’Agata
dello “Sportello dei Diritti”

Giovanni D’Agata
dello “Sportello dei Diritti”

Giovanni D’Agata
dello “Sportello dei Diritti”
Giovanni D’Agata
dello “Sportello dei Diritti”
Giovanni D’Agata
dello “Sportello dei Diritti”

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