THE BEAST – La natura della Bestia

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C’era una volta un futuro papà che venne inopportunamente coinvolto in una disavventura nucleare in circostanze non ben determinate. Al momento non si palesarono conseguenze, solo in seguito sì scoprì che gli effetti andarono oltre quelli accertabili a un solo esame superficiale. Al papà nacque infatti un figlio con sproporzionati arti inferiori, mai visti prima, ed arti superiori prensili attaccati a braccia di uguali proporzioni. Raggiunta la pubertà, il ragazzo dimostrò un talento atletico ben superiore alla media della comunità, accompagnato da un’esagerata prestanza fisica.

Questa innata superiorità gli permise di raggiungere inusitati traguardi sportivi, senza mai trascurare gli studi scientifici. Così Bestia potrebbe descrivere le proprie origini in un linguaggio fluente con frasi più altisonanti delle mani e dei piedi che non celavano la sua essenza di mutante. Invece di essere preso in giro per la sua diversità, come sarebbe successo nella maggior parte delle scuole, Hank McCoy era oggetto di ammirazione. Veloce, agile e forte era una stella della squadra di football della scuola, ed eccelleva anche in campo accademico.

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Il football non fu l’unica fonte di successi per Hank, quando una banda di ladri cercò di svaligiare un esercizio commerciale, il ragazzo usò la sua superiorità atletica per fermarli. In quella occasione fu purtroppo notato da un furfante chiamato Conquistador che ritenne che i talenti di Hank sarebbero stati il punto di forza della sua banda. Rapì così i genitori del ragazzo per ricattarlo.

Davanti alla minaccia, Hank obbedì alle istruzioni del furfante; sì introdusse in un laboratorio governativo e rubò ciò che sembrava una combinazione sperimentale fra un generatore solare e un reattore nucleare. Conquistador intendeva usare questa apparecchiatura per rafforzare la già formidabile sua capacità mutante di emettere scariche elettriche da un tridente, ma non immaginava che altri potessero essere interessati alle qualità di Hank McCoy.

Il professor Charles Xavier sognava di insegnare ai mutanti come usare le loro doti per aiutare l’umanità, e per questo aveva fondato la Scuola per Giovani Dotati a West Chester, New York. Tra gli strumenti contenuti nella sua residenza c’era un computer (Cerebro)in grado di individuare i mutanti, così il professore lo adoperò per trovare Hank e per aiutarlo inviò i primi tre X-Men già reclutati.

Con l’aiuto di Angelo, Ciclope e Uomo Ghiaccio, Hank salvò i suoi genitori e fuggi prima che Conquistador esplodesse a causa dell’energia dei macchinari rubati.

Constatata l’utilità del lavoro di squadra, Hank accettò di diventare il quarto componente del nascente gruppo degli X-Men e si fece chiamare Bestia, in tributo alle sue dimensioni e al suo talento fuori dal comune. Con l’arrivo di Jean Grey si completò la prima formazione della squadra.

Il contributo di Hank non si limitava alla sua forza e agilità: la sua preparazione culturale, destinata a farlo diventare un ricercatore scientifico di prima categoria, si dimostrò di sovente utile sul campo, per esempio, quando il gruppo affrontò il cattivo detto Unus che proiettava un campo di forza impenetrabile, tutti i tradizionali metodi di combattimento degli X-Men fallirono. Hank così costruì uno strumento per potenziare il campo di forza di Unus, che sembrò inizialmente rafforzare il suo potere, che finì tuttavia per lasciarlo senza energie invertendone il potenziamento del campo di forza.

Almeno per il momento.
Bestia fu il primo degli originali X-Men a lasciare la squadra. Da X-Men aveva completato i suoi studi fino al dottorato e divenuto un ricercatore scientifico più che competente, era stato assunto alla Brand Corporation per studiare le mutazioni genetiche. Tra i suoi successi è presente lo sviluppo di un siero per attivare abilità latenti, se preso da un mutante che non aveva ancora manifestato poteri. Quando scoprì un caso di spionaggio nella società d’appartenenza, si rese conto che se avesse fermato le spie nei panni di Bestia sarebbe stato facilmente riconosciuto e la sua identità compromessa.

Bevve allora il siero e subì un’altra mutazione che potenziò ulteriormente la sua forza, velocità e agilità fisica. Sorprendentemente si trasformò in qualcosa di più adatto al suo soprannome: ora era anche coperto daun manto di pelo grigio scuro. Fermò le spie alla Brand Corporation, ma non decise di non ritornare al suo aspetto originale. Il disagio di dover costantemente utilizzare maschere e guanti di gomma per apparire come Hank McCoy si fece sentire e Bestia prese un periodo di pausa per riflettere.

Invece di tornare dai suoi compagni negli X-Men, decise di aggregarsi alla straordinaria super squadra mondiale degli Avengers. Insieme con un dio nordico, un superuomo in armatura, una sacerdotessa calva, un androide e una strega mutante, un atleta peloso ci stava proprio bene. Il vendicatore con il quale la Bestia legò maggiormente fu Wonder Man, anche lui trasformato dalla scienza in un fenomeno invulnerabile.

La carriera della Bestia con i Vendicatori si interruppe in seguito a un’avventura in collaborazione con la seconda generazione di X-Men, quando l’intera squadra fu catturata da Mesmero, manipolatore delle menti. Salvati (o rapiti) da Magneto, solo Bestia e Fenice sopravvissero alla distruzione della base-prigione da parte del mutante, in realtà gli altri membri delle squadre erano ancora vivi ma non riuscivano a comunicare col resto del gruppo.

Una decisione editoriale della Marvel portò a riunire gli originali X-Men sotto l’alter ego di squadra, X-Factor. L’idea fu messa in pratica con tanta accuratezza che si trovò perfino il modo di riportare Bestia alla fisionomia pseudo umana degli inizi. Il risultato fu ottenuto grazie al vecchio collega della Brand Corporation, il dottor Karl Maddicks, che sperimentò una formula chimica sperando di ripristinare anche l’umanità perduta da suo figlio. L’utilizzo del composto avrebbe potuto ristabilire il gruppo X-Men iniziale, ma la Marvel scoprì subito che i lettori preferivano la versione più matura di Bestia.

Per tornare com’era Hank dovette essere infettato da un mutante chiamato Pestilenza, il cui tocco gli trasmise una malattia degenerativa che riduceva il suo potere intellettuale ogni volta che usava la sua forza di mutante. Quando sembrava che non si potesse andare peggio, gli X-Factor furono attaccati da Infectia, il cui bacio poteva trasformare gli umani in mutanti da lei controllati. Bestia impedì di baciare l’Uomo Ghiaccio e fu premiato su tutta la linea editoriale ridiventando villoso, blu e con le capacità intellettive inalterate. Il progetto  X-Factor finì presto, e tutti gli X-Men tornarono alla formazione originale che si espanse finché alcuni storici nemici non sfuggirono al loro controllo.

Uno dei più ambiziosi progetti scientifici di Hank fu trovare la cura per il virus Legacy. Sviluppato nel futuro, il virus venne diffuso nel pianeta da Sinistro, esso è efficace solo su individui con geni mutanti, lì aggredisce indebolendoli gradualmente portandoli fino alla morte è. La scienziata alleata degli X-Men Moira McTaggart ne intuì la cura, ma venne eliminata prima di isolare il DNA patogeno. Toccò a Bestia, lavorando sugli appunti della donna, il processo di sintesi dell’antidoto finché non si verificò una grave complicazione: il farmaco doveva essere inoculato nel corpo di un mutante vivo uccidendolo all’istante. Mentre Hank cercava di trovare la cura, un nuovo nemico entrò nella sua vita: la Bestia Nera.

Nel Multiverso di Apocalypse, lo sviluppo fisico di Hank McCoy seguì per lo più lo stesso schema del mondo conosciuto, ma invece di essere un benevolo esperto di genetica, egli risultò privo di freni morali. Per lui la scienza era un’ossessione distruttiva e non aveva scrupoli a testare le sue scoperte su qualsiasi essere vivente. Durante l’incidente che distrusse il suo Mondo Alternativo, Bestia Nera venne catapultato nel passato al tempo degli X-Men di seconda generazione, e l’uomo finì per catturare imprigionare Hank McCoy sostituendosi nella sua squadra.

Il McCoy era così disperato da soccombere quasi al suo assurdo destino, ma il gruppo amico X-Factor lo aiutò a fuggire e a ricongiungersi agli X-Men, inorriditi dall’apprendere che avevano ospitato un impostore. Questi iniziarono il ritrovamento dei diari della defunta poetessa Destiny, per evitare l’alterazione del corso naturale del loro Mondo. La maggioranza degli X-Men credeva perfino che il professor X non fosse al di sopra di tali manipolazioni, ma questa opinione non era condivisa da Bestia, che accompagnò i membri della squadra per assicurarsi della loro fedeltà agli ideali degli X-Men. Il mutante venne quasi assassinato da Vargas, anche lui alla ricerca dei diari -solo l’intervento di Psylockene impedì l’omicidio, ma al costo della vita di lei.

Ancora in condizioni critiche, fu salvato ancora da un’altra alterazione dei suoi geni mutanti. Divenne più grosso, più peloso e più simile a un leone, e fu in grado di raggiungere una rabbia ferina più consona al suo nome di battaglia, con la controindicazione che da ogni mano scomparvero due dita e le sue dimensioni maggiorate gli impedirono di usare i suoi amati strumenti di ricerca scientifica, cosa che gli provocò incredibili frustrazioni.

 

Articolo e Illustrazione Christian Imbriani

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