Intervista esclusiva a Maria Cristina Savoldi d’Urcei Bellavitis

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Ho avuto il privilegio di conoscere molte personalità di spicco e di diverse culture, ma ho sempre cercato di pormi in modo naturale e mai artefatto

Tra le pagine del nuovo numero di Ditutto, per lo spazio riservato alle interviste esclusive, abbiamo il piacere di ospitare Maria Cristina Savoldi d’Urcei Bellavitis PR, organizzatrice di eventi e autrice, dalle nobili origini. Dal 7 aprile 2022 è possibile trovare, in tutte le librerie e nei bookstore, infatti, il suo nuovo romanzo edito da Santelli Editore, “Aristo Crap – Non è tutto oro quel che luccica”.  (Nella foto a sx Mariacristina Savoldi d’Urcei Bellavitis con Carlo Parisi (Ph. Roberta Ticchi)

Una biografia che vuole scoperchiare una Milano bene e il ruolo femminile depauperato all’interno dell’aristocrazia, condividendo con il lettore il proprio difficile percorso di resilienza per ricostruire un vissuto positivo. Ecco cosa ci ha raccontato Mariacristina:

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Quali sono le influenze che sempre la società odierna può riversare nella scrittura?

“Credo che la scrittura resti il mezzo per eccellenza per avvicinare le persone allo studio e l’approfondimento, dunque alla sensibilizzazione di determinati argomenti. La tendenza è oramai radicata nei social media nell’estemporaneità dei video e ci porta ad essere bombardati da troppi stimoli e notizie, generando spesso confusione e negatività. Ho recentemente scoperto, infatti, che pratico l’ignoranza selettiva ovvero la capacità di eliminare le informazioni superflue, che generano stress e malessere pur tuttavia restando informata e permeabile a ciò che accade.”

Ha ricoperto molti ruoli lavorativi, a quale è più legata?

“Senza ombra di dubbio al capitolo libico, durante il quale ho imparato molto e nello specifico, ad ascoltare ed essere umile. Dovevo infatti ricoprire il difficile ruolo di assistere privatamente Saadi Gheddafi e comunicare i suoi ordini al resto dello staff. Non fu facile talora compiacerlo nei suoi capricci, come ad esempio costruire nel suo bagno, un grande acquario con squali o scegliere e portare personalmente un prezioso regalo all’ancora attuale re del Marocco.”

Ricordiamo che è stata assistente personale di Saadi Gheddafi, ha collaborato con Versace ed è gemmologa. Nel suo salotto sono stati ospitati nomi famosi… ma come è realmente la sua vita?

“Confermo che ho avuto il privilegio di conoscere molte personalità di spicco e di diverse culture, ma ho sempre cercato di pormi in modo naturale e mai artefatto. La mia vita resta piena di curiosità e desiderio d’imparare e ciò mi ha incoraggiato e spinge tutt’ora ad essere sempre attiva ed aperta a nuove esperienze, il che rende le mie giornate poco sedentarie. La pandemia ha poi generato nuove e necessarie routine casalinghe, nelle quali ho riscoperto lo yoga, la meditazione e l’amore per la cucina e non per ultimo la forza per terminare il mio romanzo autobiografico.”

Ha qualcosa da rimproverarsi?

“Sì… di non aver dato l’ultimo saluto a mio padre quando, accomiatandosi per uscire di casa, mi chiese un bacio che gli rifiutai perché incollata alla mia serie televisiva preferita. Non tornò mai più a causa dell’incidente mortale che lo coinvolse.”

Il suo libro è biografico e una critica non velata alla società bene di Milano, vuole essere una denuncia o un incoraggiamento a non rimanere in silenzio?

“Certamente non è una denuncia perché risulterebbe comunque inutile e non ascoltata ma spero passi il messaggio che bisogna reagire ai soprusi, così come agire per vivere al meglio, nonostante ci siano circostanze avverse. La società nella quale viviamo è troppo superficiale per illuminare alcune zone d’ombra, le stesse all’interno delle quali, molte persone avvezze al crimine, riescono ad agire indisturbatamente. il mio libro è maggiormente un incoraggiamento a vivere appieno, trasformando le esperienze negative in positive ed accrescitive.

Quanto è difficile per Maria Cristina Savoldi Bellavitis far comprendere quello che ha passato?

“Sono ormai abituata a esser giudicata ed etichettata per il mio aspetto e attitudine, di conseguenza risulto poco credibile: da qui una delle ragioni per le quali ho voluto scrivere questo libro, ove ogni racconto è autentico e persona documentabile.”

Patrizia Faiello

 

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