RASPELLI domenica 4 novembre 2018 ritorna anche a MELAVERDE dopo due mesi di convalescenza precauzionale-Tutta la puntata su Bobbio (Piacenza) – Le Storie tornano in Trentino per lo speck

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E se avesse fatto come Moliere (facendo tutti gli scongiuri) ?! D’accordo schiattare sul palcoscenico come il sommo francese ma se gli fosse venuto un coccolone mentre stava mungendo una vacca o presentando un bollito misto ?!

Nel 2002 Edoardo Raspelli si era dovuto assentare da Melaverde per un paio di puntate  per un infarto; a fine maggio di quest’anno il professor Piero Montorsi, al Centro Cardiologico Monzino di Milano, gli ha ripulito uno stent ma a Canale 5 si sono preoccupati ed hanno messo Edoardo Raspelli… in panchina.

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Il giornalista e “cronista della gastronomia”, dopo una pausa di sette settimane, torna al fianco di Ellen Hidding nel condurre la trasmissione creata da Giacomo Tiraboschi il 20 settembre del 1998 e che ha quindi toccato il compleanno numero 20 e superato la quota delle 600 puntate.

Tra l’altro, domenica scorsa,28 ottobre,una replica,  Le Storie di Melaverde, ha toccato il record del 14.5% di share.

ORE 11 “LE STORIE DI MELAVERDE”:in Trentino per lo speck

Per Le Storie di Melaverde rivedremo di nuovo Edoardo Raspelli in provincia di Trento , lungo i sentieri della Val di Fiemme, esattamente a Daiano ,  dove oltre 50 anni fa  Tito Braito iniziò a lavorare le carni e a creare prodotti tipici della tradizione trentina. Nasceva così quello che oggi è definito il principe della montagna: lo speck.

ORE 11.50- MELAVERDE Prima Visione: Bobbio ( Piacenza) : una Terra di Mezzo

Questa settimana tutta la nuova puntata, una prima visione di Melaverde , sarà nei dintorni di Bobbio, un’antica cittadina di origine Romanica posizionata nel centro della Val Trebbia, in provincia di Piacenza.

Un’intera puntata dedicata a Bobbio, terra di mezzo che nasconde moltissime sorprese. Edoardo Raspelli sarà lungo i pendii che da sempre venivano concessi dalla famiglia Malaspina ai bobbiesi per coltivare e allevare il bestiame.

Oggi qualcosa è cambiato, ma non per l’azienda che conosceremo domenica mattina 4 novembre che alleva allo stato brado animali provenienti da molto lontano.

Un progetto ideato da una famiglia che 30 anni fa ha preso in gestione un podere per creare un allevamento di nuova concezione che oggi dà nuovo valore alla montagna.

Conosceremo poi la tradizione norcina di questa terra che vedeva ogni famiglia trasformare il maiale in prodotti stagionali che dovevano servire per conservare la carne tutto l’anno.

Sulla tavola contadina durante l’anno non potevano mancare due cose, la polenta e le patate, ancora oggi coltivate in questa valle, selezionate e vendute come prodotti d’eccellenza.

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