UCCIO DE SANTIS

adv

adv

Il comico barese intervistato al Teatro Italia di Gallipoli

“È  una vita che faccio questa vita”

 

adv

adv

adv

Uccio De Santis passa dalle piazze al teatro e, inutile dirlo, funziona anche lì! Ovviamente non si tratta di Cekov o Pirandello, ma di un suo spettacolo originale, scritto a quattro mani con Antonio De Santis che tratta temi autobiografici, riprendendo alcune performance e musiche del Mudù. Ascoltiamo, quindi, racconti della giovinezza di Uccio, della sua famiglia, gli amici ed anche sit-com di vita quotidiana tra marito e moglie, (la spesa, la partenza per le vacanze). Da vero “animale da palcoscenico” qual è, Uccio De Santis riesce a tener  testa anche al pubblico pagante, non facile da accontentare, insieme alla sua collega Antonella Genga, l’Orchestra da Favola e le coriste del Mudù.

Da una vita che faccio questa vita! Da quanto fai questa vita?

 Anche tu potresti dire la stessa cosa. Prova a dirlo? Ognuno ha il proprio lavoro è da una vita che fa la propria vita, è un titolo azzeccato secondo me, è nato cosi casualmente. Come il titolo anche è nato casualmente, e nell’arco di due tre minuti: che titolo diamo a questo programma che racconta un po’ tutto il percorso artistico? E’ da una vita che faccio questa vita, si mi piace questo titolo! Ed è rimasto questo che è azzeccato per i contenuti dello spettacolo.

Però potevi fare anche l’avvocato?

No, io non volevo fare l’avvocato. L’importante è che io mi dovevo laureare,questo era l’obiettivo di mio padre. Padre medico, tutti si dovevano laureare, dovevamo studiare; potevo essere avvocato, potevo essere notaio, potevo essere medico, magari diventavo medico, però non mi andava di studiare. Tu immagina che io dovevo studiare legge, mio fratello medicina e io dicevo a mio fratello: studia tu legge! Io ? Io sto studiando medicina! Appunto così diventi medico legale, dicevo io.

 Quanto c’è di autobiografico nella storia dello spettacolo?

Tutto! Perché qualunque cosa dico, parte realmente da un discorso, vero vero vero, ve lo garantisco! Subito dopo magari vado a finire alla macchietta, ho agganciato delle barzellette, però il filo conduttore è quello che è successo realmente da quando ero piccolino, mia madre, l’educazione severa. Dico una fesseria nello spettacolo, che ho avuto problemi con le ragazze, no non ho avuto tanti problemi!

La musica è sempre molto presente nei tuoi spettacoli: una scelta o un caso?

 E’ una scelta! E’sempre presente la musica ed i balletti; ricordo il gemellaggio per otto anni con un gruppo di ballerine polacche e tanta musica negli spettacoli, però per la prima volta dopo tanta musica partita con le basi, abbiamo messo in pensione il nostro tecnico, Toni Baracane, che non fa partire più una base, perché abbiamo musica dal vivo, DAL VIVO!

Antonella Genga compagna di lavoro e di viaggio.

U. Nella stesura del testo  son partito da solo poi, pensavamo di inserire la presenza di un maschio e di una donna, dopodiché il maschio non serviva più e serviva la presenza di una donna. Dopo aver scritto il testo abbiamo avuto la necessità di scegliere, come quando scrivi una commedia, se ci fosse stato  il ruolo di una mamma o di una persona anziana avremmo scelto una persona più anziana, in Antonella c’era l’espressione giusta dell’attrice di cui avevamo bisogno noi, e quindi è stata scelta Antonella, ma insomma, per carità tutti gli amici del mudù rimangono una bella squadra, ogni tanto mi vengono a trovare in teatro,e poi ci stanno tante cose da fare insieme.

Tu che per il tuo tour giri molto come recepisci la crisi?

La crisi c’è, anche se devo essere sincero dovrei dire che non c’è per uno che ha fatto sempre spettacoli gratuitamente in piazza, così nel momento in cui inizia la crisi dire adesso se volete vedermi pagate venti euro, quindici euro ed avere i teatri comunque con una bella presenza è una grande soddisfazione. Il passaparola dello spettacolo è stato positivo, ci abbiamo lavorato su questo spettacolo e qualcuno ci sta premiando.

Qual è la ricetta di Uccio per uscire da questa situazione di paralisi politica ed economica?

Fammi vedere! Aspetta!  Chi l’ha scritta questa domanda? Senti io ci metterei una pietra sopra perché hai detto bene, il termine giusto è paralisi, paralisi poi significa che uno come me che ha bisogno di andare a parlare con qualcuno che ci possa rappresentare non per chiedere un aiuto ma per chiederci un giusto contributo. Non esiste un governo, non esiste chi decide, il “non esiste” non è possibile, è una cosa indecente, non lo dico io ma lo dicono tutti, una ricetta non c’è sicuramente come dicevo prima stiamo seminando bene e noi stiamo raccogliendo, forse qualcuno ha seminato male e non raccoglie.

Come vuoi chiudere l’intervista? Barzelletta inedita?

Una barzelletta inedita?! Mi spiazzi sempre…. La moglie di un politico va dal ginecologo. Il dottore fa la visita e le dice: signora ma lei è sposata? Lo conosce mio marito, l’assessore Pinco Palla. Perché mi ha fatto questa domanda? E’  strana. Lo so che lei è sposata, però dalle analisi risulta che lei è ancora vergine. Eh per forza dottore lo sa come sono questi politici, promesse promesse promesse….ancora ad aspettare sta!  Ragazzi grazie ancora io vado sul palco e ci divertiamo stasera. CIAO !

 

Piero De Matteis

Inondazioni TV

Foto: Gigi Samueli

 

adv

adv