SunrisePop, intervista al cantautore e compositore VALERIO LIBONI

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Lo scorso 23 agosto, durante l’ultima puntata estiva di SunrisePop il musicista Valerio Liboni ha raccontato molto di se, della sua produzione e del suo mondo musicale. Valerio ha voluto rilasciarci un’altra intervista per i lettori del magazine.

Valerio, hai scritto più di 1400 canzoni per tantissimi artisti della musica italiana e non solo, 1400 componimenti con stili diversi e per diversi mercati discografici, per arrivare a questi numeri e con queste particolari sfumature diverse occorre non solo essere artisti ma anche avere una grande tecnica compositiva? Si nasce o si diventa Valerio Liboni?

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Valerio Liboni si nasce e poi con il lavoro, il sacrificio e perché no, anche il talento si diventa autore e artista di successo, la tecnica si raffina col tempo, io scrivo sopratutto testi, mia madre era poetessa e sicuramente mi ha aiutato a crescere. Lei era dolcissima e tenera anche nello scrivere, mi consigliava i libri da leggere, i classici e gli autori moderni, io ho sempre fortemente voluto scrivere canzoni per me e per gli altri: poesie? A volta si, a volte testi graffianti.

Dai musicisti si impara molto anche ascoltando i loro aneddoti, so che hai scritto due libri, uno in particolar modo è incentrato sulle storie della musica e si intitola “Crash”, l’altro racconta una storia che ti riguarda e riguarda la squadra di calcio del Torino, il titolo è “Io questa maglia la sognavo da bambino “.

Si Tommaso, ho scritto anche due libri e sto finendo un storia o meglio una saga sulla mia famiglia. CRASH è un treno di carta in corsa che attraversa la mia vita musicale dal 1968 (i ragazzi del sole come batterista) fino al 2009, dentro ci sono racconti, personaggi, amici, nemici, donne, storie, canzoni tournèe e tanta musica, la mia vita di quegli anni con gli amori, le delusioni, i tradimenti (sopratutto degli amici) e poi tanti viaggi e il nascere del mio amore per Cuba. Il libro sul Torino è una favola, la storia di un bimbo che vuole diventare il portiere del toro, cioè io, ma non ci riesce.

Quando uscì “Donna felicità ” dei Nuovi Angeli (1971 ) intervenne la censura perchè si potevano cogliere delle allusioni leggendo frasi come “A chi darà la rosa “. Testo di Roberto Vecchioni che arrivò molto prima di Dan Brown. Fermo restando che la censura è sempre una restrizione, non sarebbe il caso che tornasse per mettere in riga qualche cantautore che va oltre?

Il cantautorato non esiste quasi più, è il tempo della cattiva musica, del trap, del rap, musica che non mi appartiene e che trovo orrenda e non ne voglio parlare, Vecchioni nel ’71 con ” Donna felicità” anticipò Dan Brown e il suo CODICE DA VINCI, chi poteva immaginare che la “La Rosa” altro non era che la coppa della vita, il sesso femminile, forse addirittura Il Sacro Graal. Non fu censurata, lo fu “Singapore”. Tornando alla tua domanda io penso che la cultura per i trapper o come c…..o li vuoi chiamare non fa parte della loro vita musicale.

In un’intervista del 2019 hai anticipato che probabilmente c’era nell’aria la produzione di musiche per film, si è concretizzato qualcosa?

No, il progetto non e andato in porto, durante il covid ho scritto molto e nei prossimi mesi si vedrà il frutto del mio lavoro, forse farò un film ma come protagonista si vedrà.

Insomma, un grande artista sempre in continua evoluzione. Valerio, ti ringrazio soprattutto a nome dei lettori di SunrisePop.

Grazie a te Tommaso e a tutti i lettori, spero di aver ispirato qualcosa nei giovani musicisti ed autori.

Sicuramente!

Tommaso Barone

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