SunrisePop, intervista a Harry Baldissera

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di Valentina Fioravanti 

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Harry Baldissera si presenta esteticamente acqua e sapone con ampia cultura e anagraficamente giovanissimo, si definisce il “piccolo vecchio” dallo stile ottocentesco nello scenario contemporaneo della nostra anima societaria.

L’arte si anima e prende forma tra le sue mani fin dalla tenera età attirando e inducendo coloro che il mondo dell’arte non incontrano.

Spirito creativo e di imponente trasformazione stravolge nel tempo  la propria dimora in galleria per visite guidate, set fotografici, sfondi scenografici che divengono il primo contatto diretto e “visibile” al pubblico, occasione di apprendimento delle tecniche adottate nell’affascinante e denominata “Paciu Maison”.

Lo incontriamo abbandonato tra le sue mura immerso in uno scenario artisticamente originale, rispecchiante quella che è la sua personalità caratteristica, con voce soave e  un buon calibrato senso di sé e del proprio valore ci introduce nel passato..

 

L’arte è ispirazione dell’anima oppure il risultato di un disegno psicologico?

Il prodotto artistico è gioco speculare di noi stessi e della visone del nostro circostante. L’arte è indagine della realtà. Pensiero liquido sotto forma di composizione geometrica.

Che ruolo ha secondo te l’artista nella contemporaneità? Come si definisce nel presente?

L’artista è colui che narra il presente il passato ed il futuro. Dalla preistoria ad oggi, l’arte ha sempre avuto il fondamentale compito di essere potente mezzo di comunicazione. Essendo infatti l’uomo un essere naturale che aspira ad una costante ricerca di codifica della realtà, l’artista diventa colui che la interpreta, colui che da praticità a questa necessità. Contemporaneità è per me Michelangelo Buonarroti che sovverte le regole sociali che imponevano all’artista di lavorare su commissione dei ricchi mecenati producendo opere che seguissero una sua libera ispirazione.

La notorietà dei critici d’arte ha raggiunto il mezzo televisivo con rimandi al passato. Oggi l’arte può trovare collocazione anche sui social. Perché questo secondo te? E perché?

L’arte ha bisogno di altri mezzi di comunicazione, così da poter raggiungere un maggior numero di persone. Il pubblico fa lo spettacolo, i libri li fanno i lettori e le mostre le fanno gli spettatori . Ora si sente la necessità di aprire questi orizzonti sfruttando i potenti mezzi dati dalla tecnologia online. Tutto ciò non dev’essere vista come una sostituzione ai metodi tradizionali, ma come arricchimento che dona all’arte la possibilità di avere un pubblico maggiore.

Unione o distinzione tra moda e arte, quale il tuo pensiero?

La moda è arte. Le arti tutte vanno a “braccetto” ormai da tempo. Nel contemporaneo abbiamo il beneficio di uno scambio diretto più fluido e diretto tra esse. L’ indagine del costume è una chiave analitica della storia e della società. Dall’ esigenza di sopravvivenza nell’ antichità di coprirsi alla funzione di precise figure sociali, pensate alla toga o alla stola per riconoscere l’ordine sacerdotale. Il costume ci comunica parte della persona dandoci la possibilità di conoscere.

Il passato conserva numerosi personaggi dell’arte, ma pochi ne conoscono l’esistenza. Il non sapere accomuna la società contemporanea, che tende ad essere informata su tutto ma a non avere conoscenza. Cosa dovrebbe cambiare?

La disponibilità è cambiata, grazie alla stampa e all’ online possiamo raggiungere l’informazione e la cultura con un click. Penso che bisognerebbe adottare in primis una consapevolezza e in secundis la volontà di cominciare a riflettere ed osservare il mondo esterno.Al posto di questo metterei: Smettere di trascurare la cultura sarebbe un buon punto di partenza per cambiare le cose.

 

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