Salvia Officinalis

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di Anna Pagliarone

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Nomi comuni: erba sacra, salvia di osei, salvia bianca, salvio ontano, tè di Grecia

La Salvia è un arbusto sempreverde della famiglia delle Labiatae, originaria dell’Europa meridionale. È alta fino a 70 cm, fusti eretti a sezione quadrangolare, con molte ramificazioni, rivestiti da una densa peluria di colore grigio. Le foglie sono opposte, oblunghe, rivestite di peluria, color verde argenteo nella pagina superiore, più chiare in quella inferiore, molto ricche di ghiandole oleifere. I fiori sono di colore violaceo, raccolti in spighe terminali. Compaiono da maggio a luglio. I frutti piccoli, con tre nervature talvolta compresse.

Per conservare le foglie occorre staccarle dalla pianta e farle essiccare in posto ombroso e ventilato in strati sottili, poi si conservano in barattoli; le sommità fiorite si seccano appese, legate in mazzetti, e si ripongono in sacchetti di carta o tela. Generalmente si usa il prodotto fresco poiché durante l’essiccazione si perdono parte dei principi attivi che sono volatili.

La Salvia è stata ritenuta, fin dai tempi lontanissimi, una pianta estremamente utile nel campo dell’erboristeria medica. Il nome stesso: “salvia” deriva infatti dal latino salus, che significa salute, oppure da salvus, cioè salvo, sano. I greci e i Romani la utilizzavano in vari modi. Secondo una leggenda di origine cristiana la salvia deve tutte le sue proprietà benefiche a un miracolo di Gesù: quando questi era ancora bambino e stava fuggendo in Egitto insieme con i genitori, la pianta della salvia gli offrì più volte le sue soffici e profumate foglie, rese ancora più piacevoli dai fiorellini viola, per fargli da giaciglio. Gesù, allora, ricambiò il favore facendola diventare la pianta dalle nobili proprietà che tutti conosciamo.

La salvia è un tonico generale, antisettico, antispasmodico, antisudorifero, diuretico, emmenagogo, ipoglicemizzante. Si utilizza per irregolarità mestruali, mestruo doloroso, amenorrea, dismenorrea. Disturbi della menopausa, vampate di calore, iperidrosi, in particolare delle mani, dei piedi e delle ascelle. Afte e stomatite della mucosa della bocca. Febbre, frigidità e impotenza (migliora la libido), disturbi intestinali, ipotensione, nervosismo e disturbi gastrici. Utile in caso d’asma, infezioni alla bocca, della gola e delle vie respiratorie, influenza, raffreddore, eczemi, piaghe, ulcere, dermatiti, irrigazioni vaginali. E’ utilizzata inoltre, per stimolare la digestione, calmare gli attacchi di diarrea, contro il tabagismo, la melanconia e la depressione.

Nel seicento si cominciò a produrre in Francia un aceto balsamico – detto “aceto dei quattro ladroni” – che si diceva avesse un potere miracoloso nel proteggere dalle malattie infettive. Il suo ingrediente principale erano proprio le foglie di salvia macerate, unite a un po’ di rosmarino, timo e lavanda. La storia legata a questo aceto spiega l’origine del suo strano nome: durante la terribile epidemia di peste che colpì Tolosa nel 1630, un gruppo di ladroni senza scrupoli razziò le case degli ammalati. Quando i ladri furono catturati, le autorità chiesero loro come avessero fatto, dal momento che avevano violato numerose case infette, a non aver contratto la malattia. Questi risposero che averebbero rivelato il loro segreto (e cioè la ricetta a base di erbe da lro sperimentata) solo a patto di aver risparmiata la vita. In quel caso almeno la salvia fu davvero, e letteralmente, donatrice di vita!

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