Intervista Exclusiva. ROSARIO TERRANOVA e il legame indissolubile con la sua Sicilia: “E’ stato molto difficile interpretare chi hai odiato”.

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Il 12 Maggio l’attore siciliano sarà ospite
alla serata finale della 6ª Edizione del “Premio Lucio Dalla”

 

Di Patrizia Faiello

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DiTUTTO vi propone oggi l’intervista esclusiva all’attore siciliano Rosario Terranova che il 12 maggio prossimo, in qualità di ospite, sarà protagonista insieme ad altri personaggi dello spettacolo della finalissima  “Premio Lucio Dalla” giunto alla 6ª edizione.

Presso l’Auditorium S. Chiara di Roma infatti, per omaggiare il maestro e poeta scomparso nel 2012, si esibiranno venti giovani cantautori emergenti provenienti da tutta Italia. Rosario è reduce dal grande successo cinematografico del film drammatico firmato dai registi Fabio Grassadonia e Antonio Piazza intitolato “Sicilian Ghost Story” dove ha saputo conquistare pubblico e critica con il suo cattivissimo personaggio Scannacristiani.

Il lungometraggio, che ha  inaugurato la 56ma Semaine de la Critique a Cannes e lo ha visto anche tra i film protagonisti del “Giffoni film festival”, gli ha conferito anche la vittoria del David di Donatello 2018 per la migliore sceneggiatura non originale.

Recentemente l’attore, dopo l’esperienza cinematografia, ha realizzato anche quella televisiva con la fiction andata in onda su Raiuno “Il Commissario Maltese” con Kim Rossi  Stuart Alessandro Schiavo, Antonio Milo e Marco Leonardi.

Nella miniserie Rosario ha interpretato il ruolo del poliziotto Ernesto Lo Giudice soprannominato U cunigghiu, un film per la tv diretto da Gianluca Tavarelli che abbiamo visto partecipare insieme al cast della miniserie come ospite al festival “Ombre” a Viterbo.

Per Rosario questo è un periodo di grandi soddisfazioni lo abbiamo infatti ammirato nel cast degli ultimi episodi, andati in onda su Rai1, del Commissario Montalbano con Luca Zingaretti e di Don Matteo 11 con Terence Hill.

 

Il 12 maggio prossimo, insieme ad altri personaggi dello spettacolo, ti vedremo calcare il palcoscenico dell’Autorium S. Chiara per la finalissima del contest musicale “Premio Lucio Dalla” giunto alla 6° edizione. Come nasce l’incontro con questa realtà musicale?

Intanto grazie di cuore, per la tua carineria nel seguirmi sempre in tutto quello che faccio e adesso in questa nuova avventura. Sono lusingato ed entusiasta di ritrovarmi parte integrante di questa splendida realtà giunta alla sesta edizione. Lucio Dalla è sempre stato e per sempre resterà legato alla mia vita. Una delle più grandi perdite del nostro tempo, riduttivo definirlo Artista, se in questo modo si etichettano tanti mestieranti. Ringrazio Te ed il Direttore Artistico, nella figura di Maurizio Meli per avermi voluto a bordo.

Quando e come ti sei avvicinato al poeta e maestro Lucio Dalla?

Quando sin da piccolo, i tuoi genitori ti fanno crescere ascoltando queste Poesie, cantandole, cosa può venir fuori se non un amore, misto a tutto ciò che di più straordinario ti possa accadere se come colonna sonora della tua vita hai le Canzoni di Lucio Dalla. La tua adolescenza, indimenticabile l’estate del 1990, 15 anni compiuti e si andava in giro con il motorino, cantando Attenti al lupo, la morte di Senna e quindi la sua straordinaria Ayrton, tutti i suoi capolavori storici, ma il nostro legame è diventato indissolubile con Siciliano, con il quale, nessuno come Lui ha fotografato così la mia Terra che Lucio amava molto, forse più di tanti Siciliani.

Recentemente ti abbiamo visto anche nel cast artistico dei nuovi episodi del Commissario Montalbano e di Don Matteo 11. Come è stato lavorare con  Luca Zingaretti e Terence Hill?

Ritrovarsi in un episodio di Montalbano, ti riempie di una sensazione che a stento riesci a descrivere. E’ vero che ho fatto tante cose, anche Il giovane Montalbano, ma vedere Sironi dietro la macchina da presa e Zingaretti, che non è più Zingaretti ma è Ufficialmente il Commissario Montalbano, lì capisci che è accaduto qualcosa di inaspettato. Il primo approccio con Terence Hill risale al 1979. Avevo 4 anni ed era la prima volta che andavo al Cinema. Con i miei zii, che ancora erano fidanzati andai a vedere Io sto con gli ippopotami. Sono cresciuto con i suoi Film, ho sognato di diventare un Attore, mi ritrovo a recitare con Lui. Realizzi solo alla fine che forse c’era e c’è qualcosa di magico nel percorso della tua vita.

Che esperienza è stata invece partecipare al David di Donatello 2018 con il film “Sicilian Ghost Story” diretto da Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, opera ispirata alla vicenda del piccolo Giuseppe Di Matteo sequestrato ed ucciso dalla mafia, nella quale vesti i panni del cattivissimo Scannacristiani….. ed essere premiati per la migliore sceneggiatura non originale?

Pensa che non volevo accettare quel ruolo, mi dissero non dovrai parlare, ma solo con i gesti e gli sguardi, descrivere e raccontare forse la pagina più triste della nostra storia. E‘ stato molto difficile interpretare chi hai odiato e continui a odiare per quello che ha fatto, che è stato, per l’etichetta che ha attaccato quasi in modo indelebile alla tua Terra. Arrivare con questo Film a Cannes, vincere il David… forse allora sono riuscito nel mio compito. 

Cosa durante le riprese di questo lungometraggio ti ha particolarmente coinvolto?

Sono nato, cresciuto e vorrò essere, un giorno, sepolto nella mia Palermo, sono nipote del Giudice Cesare Terranova, quando venne ucciso avevo 4 anni, ma quelle lacrime, quelle grida, quella disperazione te la porti per sempre. Girare le scene con un bambino, doverlo annientare psicologicamente e fisicamente, quando invece avresti soltanto voluto abbracciarlo, è stato un coinvolgimento emotivo non indifferente ne tanto meno facile da gestire, sui set generalmente si ride sempre, qui c’era un silenzio tombale e dovevi trattenere le lacrime. 

Progetti futuri?

Attendo diverse risposte, per le quali ti chiedo di incrociare le dita per me, per il resto, immerso anima e corpo nel mio prossimo Spettacolo sulla mia musa Franco Franchi scritto insieme a Giusy La Piana.

 

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