DiTUTTO. Intervista ESCLUSIVA allo scrittore musicista e cantautore CLAUDIO GERMANO’: “Chi scrive dovrebbe sperare di essere riuscito ad entrare in qualche modo, come amico, nel cuore delle persone…”

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di Patrizia Faiello

DiTUTTO vi propone l’intervista allo scrittore, musicista e cantautore Claudio Germanò reduce dal grande successo teatrale  con lo spettacolo “… Ed io lo nacqui!!!” nel quale lo abbiamo potuto ammirare nel ruolo del barone Ottone degli Ulivi, detto Zazà. La commedia scritta e diretta da Benedetto Gandolfo e Maurizio Marchini, che ne ha curato le scene, e prodotta dall’Associazione La Ribalta & Lo Studio, è andata in scena dal 9 all’11 marzo scorso a Roma presso il Piccolo Teatro San Pio.

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Per tutti coloro che non hanno potuto assistere alle rappresentazioni, l’altro appuntamento imperdibile, omaggio all’unico ed inimitabile comico e artista napoletano Antonio De Curtis, detto Totò, è quello in programma nelle date dal 23 al 27 maggio prossime al Teatro in Portico circonvallazione Ostiense 195b.

Dopo l’esperienza teatrale Claudio si sta preparando anche all’esibizione live di sabato 24 marzo prossimo alle  ore 21,00. Sarà infatti anche la voce narrante nel live acustico insieme ad Ambra Mattioli cantante della tribute band “Aladdine Insane” e al pianista Francesco Infarinato presso il caffè letterario Mameli 27 a Trastevere. Contemporaneamente all’impegno teatrale e  musicale si aggiunge anche quello autorale, è in arrivo la pubblicazione della sua terza raccolta di poesie.

Claudio da sempre appassionato di scrittura, letteratura, poesia, filosofia, musica e recitazione nelle sue varie forme d’arte, come il teatro, la televisione ed il cinema,  nel 2005 ha pubblicato il suo primo volume di poesie dal titolo “Io, un semplice foglio, e la mia penna: dal giardino sul mio cuore” edito dalla Libroitaliano. Nel 2007 ha  pubblicato la sua seconda raccolta di versi dal titolo “Come acqua di fiume” edito dalla Ibiskos. L’amore per la poesia fa nascere in Claudio il desiderio di unirla alla musica e questo lo porta a condividere il palcoscenico con diversi musicisti, dove interpreta e canta testi di sua composizione, grazie ai quali ottiene diversi riconoscimenti.

Al seguito decide di accostare i suoi testi alle musiche originali create dal pianista Federico De Antoni, curatore degli arrangiamenti di pianoforte e tastiere dei “Fiamma d’amor viva”, una poetry rock band con la quale si è esibito come frontman, voce narrante e cantante su diversi palchi italiani fino al 2013.

Il desiderio di perfezionarsi  musicalmente lo porta ad iscriversi all’Accademia di Musica Ludus Tonalis per lo studio del sax e nel 2015 si avvicina anche al mondo cinematografico frequentando inizialmente l’Accademia di dizione e doppiaggio con il doppiatore e conduttore Teo Bellia e successivamente con l’attore Rino Bolognesi e la doppiatrice Donatella Fantini. L’anno seguente Claudio, insieme al pianista Gabriele Siracusa,  forma il gruppo “The prometheus”  per continuare a seguire il sodalizio di musica e poesia. Insieme al sassofonista Simone Virgili e allo stesso Gabriele Siracusa suona le proprie melodie con l’armonica, alternandola con l’interpretazione e il canto, per vari scenari di musica creata per le sue produzioni.

Dopo una lunga  e consolidata esperienza artistica, tra l’altro anche radiofonica, lo troviamo alla conduzione di un programma notturno sul progressive rock e la poetica delle canzoni delle band de digli anni 60 e 70 più rappresentative nella discografia mondiale insieme all’ideatore e curatore del programma Federico De Antoni,  Ha partecipato in passato anche come “musicista e artista folle” in alcune puntate del programma mattutino di Radio Dimensione Suono con “Tutti pazzi per RDS” condotto attualmente da Barty Colucci, Rossella Brescia, Sergio Friscia, Francesca Manzini e Claudio Cannizzaro. Contemporaneamente si occupa del progetto “I Cantastorie” laboratorio teatrale di musica, recitazione ed improvvisazione scenografica presso le scuole elementari.

Sabato ti esibirai in un live acustico con Ambra Mattioli e Francesco Infarinato degli Aladdin Insane, una tribute band dedicata al cantautore David Bowie. Come sarà organizzata la serata?

Verranno presentate al pubblico molte canzoni del grande artista inglese, in un viaggio che parte da testi scritti da Bowie e cantati molti anni fa, fino ad arrivare alle canzoni più vicine ai nostri tempi, come quelle del suo ultimo lavoro discografico “Lazarus”. Io sarò semplicemente la voce narrante, interpretando alcuni versi delle canzoni scelte per la serata, tradotte in italiano per dare al pubblico una rivisitazione prettamente poetica di quei passaggi nei brani, che verranno invece cantati e suonati dalla performer Ambra Mattioli e accompagnati dalle musiche del maestro Francesco Infarinato.

Come nasce la collaborazione con gli Aladdin Insane?

Con Ambra c’è stato un incontro grazie al mio amore per le canzoni di David, che ho sempre ritenuto essere un formidabile artista, elegante, dolce e forte allo stesso tempo, con testi unici per intensità melodica e poetica. Dopo la morte di Bowie ho sentito il desiderio di vedere all’opera una band che in qualche modo lo ricordasse, e una sera, insieme a dei miei amici, ho visto Ambra esibirsi sul palco di un locale romano. Con lei c’era tutta la band degli Aladdin Insane, compreso Francesco Infarinato. Sono rimasto emozionato e colpito dal loro modo di ricordare uno dei miei cantanti preferiti nel panorama glam e pop rock. Perché Ambra non fa il verso a David, ma lo canta con il cuore e con grande rispetto e sensibilità artistica. E ho trovato lo spettacolo molto interessante e bello. Qualche tempo dopo sono andato a vedere nuovamente gli Aladdin Insane , in un altro locale di Roma, e a fine concerto mi sono presentato ad Ambra per farle i complimenti e ringraziarla di ciò che mi aveva fatto provare con sentimento, nel ricordo di Bowie in quel modo. Ambra è stata molto contenta di quelle parole, e ci siamo scambiati opinioni e idee. E’ una donna molto forte di temperamento, sa ciò che vuole, e sale sul palco con grande umiltà e passione. Una sera la cercai sul suo profilo fb per salutarla e chiederle se mi facesse realizzare un sogno: interpretare un testo di David Bowie, leggerne i versi mentre poi lei suonava e cantava la stessa canzone, sul palco. E’ nato così il tutto! Da una canzone Ambra mi ha dato modo di recitare accanto a lei altre canzoni di Bowie, tanto da invitarmi a stare con loro sul palco per alcune serate, in un trio originale, ovvero con lei alla voce e alla chitarra acustica ed il maestro Infarinato al piano, mentre io cerco di calarmi nei versi delle canzoni da interpretare in italiano.

 

Che esperienza è stata quella della commedia “Ed io lo nacqui”? 

Che esperienza è stata quella della commedia “Ed io lo nacqui”?Avere l’onore ed il piacere di interpretare uno dei personaggi di Totò più divertenti,spassosi, come Zazà del film Signori si nasce, mi ha dato modo di liberare quellaparte di me più canzonatoria, più leggera, nella commedia “Ed io lo nacqui”. Non hocercato di imitare il personaggio (sarebbe impossibile e anche presuntuoso farlo). Ho solo fatto mio un Barone Ottone degli Ulivi che potesse regalare due risate in maniera semplice,genuina, senza pretese. In questo mi è stato di aiuto il costante consiglio di Benedetto Gandolfo, regista e attore sul palco. Ha capito che io non avrei mai cercato di fare la copia di Zazà, piuttosto di far ricordare momenti del personaggio. E Benedetto mi ha dato preziosi consigli, su tutto lo svolgersi della commedia, anche sulle scene dove non ero più soltanto Ottone, ma davo volto e voce ad altre figure: un insolito Otello, e un marito infedele tra le maglie di questioni familiari alquanto curiose.

Ci sono stati, durante gli spettacoli, degli episodi particolarmente simpatici rispetto ad altri?

Ho sentito che il pubblico si è divertito per quasi tutta la commedia, dove si svolgevano in scena le varie “macchiette” di Totò e dei personaggi che gli giravano intorno. Perché  non soltanto io ho dato vita al comico, ma anche altri attori sul palco. Il divertimento è assicurato Vi invito per questo a venire allo spettacolo che si ripeterà a maggio presso il Teatro In Portico, zona Garbatella (Roma).  tima attività dell’account: 0 minuti fa

Sei scrittore musicista, cantautore e attore. In quale di questi ruoli ti senti più a tuo agio?

Parto dall’ultimo “luogo” dove mi sono messo in movimento, vale a dire il teatro. Ho sempre amato da bambino quel misterioso palcoscenico, soprattutto quando gli attori uscivano di scena, il sipario si chiudeva e poi si riapriva e la gente andava via. Io mi avvicinavo piano alla pedana e ne sentivo uno strano e magnetico odore, e mi chiedevo se da grande sarei mai salito anche io su quelle tavole, avendo in testa sempre la voglia di esprimere liberamente i miei pensieri sulla vita. Oggi, a 45 anni, sto salendo sul palcoscenico del teatro, ed è una sensazione piena di emozione e di passione, dove finalmente la mia voce e la mia anima si fondono per stare davanti alle persone, e dove posso essere io, o non esserlo, per dare vita ad un altro personaggio. Devo ammettere però che mi fa stare anche bene scrivere e interpretare i miei testi, le mie poesie o canzoni, insieme alla musica creata intorno ai versi. Esibirmi sul palco mi fa aprire totalmente alla gente, senza maschere o altri personaggi da vestire. Essere  semplicemente Claudio.

Qual è stata fino ad oggi l’esperienza artistica che ti ha maggiormente emozionato?

 Senza dubbio l’esperienza “artistica” che mi ha lasciato un ricordo profondo e indelebile nel sangue è stata quella di prendere parte, qualche anno fa, ad una Via Crucis vivente per rappresentare la Passione di Gesù. Rivivere con il pensiero certi attimi della Storia (per credenti o non credenti) e pensando a cosa un uomo, un ragazzo, possa aver vissuto di talmente tragico e doloroso per la sua vita e per ciò che ha voluto poi significare, trafitto e inchiodato ad una croce in maniera barbara e atroce, come si era solito fare con ladroni e farabutti in quell’epoca antica; calarmi nel corpo e nel cuore di Cristo ha lasciato nel “mio di cuore” un solco di grandi emozioni e commoventi ricordi.

Che rapporto hai con la religione e il misticismo?

Penso spesso al fatto che dovrò un giorno morire. Come penso spesso a cosa sarà il dopo, e semmai ci sarà questo nuovo mondo. Fino ad oggi ho vissuto in prima persona delle esperienze che mi fanno credere che questo gioco chiamato “Vita” non finisca qui. Per il discorso religioso sin da bambino sono stato molto attratto dal volto di Gesù, e dalle immagini e rappresentazioni dentro i luoghi sacri.

Da bambino come vivevi la figura di Gesù Cristo?

Ho iniziato con la lettura di molti libri sul senso della vita, sui giorni di Cristo, e vedendo molti film sulla sua passione e crocifissione. Ad un certo punto mi sono reso conto che in Cristo trovavo una grande forza, e una bella umanità. Ho anche pensato, crescendo negli anni, che se anche non fosse mai veramente esistito nella storia, sapere però che un ragazzo, un uomo, un essere umano poteva essere così buono, altruista, dolce, sensibile, giusto, difensore dei più deboli, amico degli ammalati e degli oppressi, mi ha fatto amare quella figura, quel volto, quel cuore, tanto da sentirlo e immaginarlo sempre e ancora oggi un faro per la mia vita, un cavaliere con cui condividere le mie battaglie, un guerriero con il quale scendere spalla a spalla incontro alla vita.

Quanto l’incontro con questa figura ha inciso sulla tua personalità?

Io ho molta inquietudine e fragilità nello spirito. Se non fosse stato per Gesù non sarei mai l’uomo che sono adesso, con le mie idee e il mio carattere, e mi sarei perso nella violenza e nell’arroganza diverse volte. Ma con Gesù a bordo nel viaggio si imparano molte belle cose da trasmettere a chi ne vuol sentir parlare. Io lo sto ancora ascoltando molto, e cerco di imparare continuamente, perché ho molti difetti nel mio dna. Sono consapevole che la mia vita un giorno finirà. Ci penso spesso. Ma andare verso il tramonto con una persona così speciale accanto, ti fa vivere con serenità e cuore amorevole, sorridendo al cielo e a tutto questo grande suo mistero.

Cosa vuoi trasmettere ai tuoi lettori con il terzo libro di poesie, di tua prossima uscita?

Mi sono reso conto che il tempo è passato via così velocemente, dalla pubblicazione del mio secondo volume. Questo  ha fatto nascere in me il desiderio di pubblicare un terzo libro, una raccolta di pagine che hanno riguardato altri miei sentimenti nel tempo intercorso dalla mia seconda pubblicazione ad oggi. Quando scrivo difficilmente penso a ciò che vorrei trasmettere agli altri. Non è il motivo delle mie composizioni. Dico sul serio, senza retorica. Ho più bisogno io delle parole di chi poi legge. E quando mi si avvicina qualcuno che ha visto i miei versi e ne è rimasto felice o toccato, ecco che io sento di essere riuscito ad entrare in qualche modo, come amico, nel cuore di quella persona. Chi scrive dovrebbe sperare che accada questo.

Ci sono ulteriori progetti letterari che vorresti realizzare nell’immediato?

Sì. Ho voglia di far pubblicare un altro libro con le mie fiabe e alcuni miei racconti. Penso molte volte anche all’idea di un romanzo che ho in testa, narrazione che spesso vedo nel mio immaginario come fosse un film. Ecco, uno dei miei sogni più grandi è proprio questo veder realizzato un film tratto da un mio lungo racconto. Ci penso spesso!

 

Photo: Andrea Canadè per spettacolo teatrale “Ed io lo nacqui” attrici Arianna Cigni sulla sedia, sul divano Barbara Perotti

Photo: Danilo Rossi per primo piano con lettura copione

Photo: Giancarlo Troiso per live con Ambra Mattioli cantante della tribute band “Aladdine Insane” e  con il pianista Francesco Infarinato

 

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