DITUTTO. Intervista Esclusiva all’artista siciliano MARCO GIOÈ

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“Centomila nessuno” è il titolo del suo album d’esordio

Marco non è “nuovo” nel mondo della musica indipendente essendo stato componente degli Shotgun, blues band con cui pubblica un album nel 2006 e si esibisce nei maggiori festival italiani, tra cui Pistoia Blues nel 2007, prima di Jeff Beck e Patti Smith, Etna Blues Festival nel 2005, prima di Papa Chubby, e nel 2008, in apertura a Willie DeVille.

Successivamente con gli Ballroom Kings, band rhythm ’n’ blues, con cui pubblica un album e un 45 giri e con cui si esibisce in festival e club di tutta Europa, tra cui Summer Jamboree, Rhythm Riot, Vintage Roots, Half note Jazz club.

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Prima del debutto assoluto da solista, collabora anche con i Marilù con cui pubblica due album e svolge un’intensa attività live.

 

Ciao Marco, e benvenuto su DiTutto. Tanta gavetta con le band prima del tuo passo da solista. Cosa è scattato dentro da farti decidere di avventurarti e far conoscere la tua musica?

Ciao e grazie tante per avermi dedicato questo spazio! Si, tanti anni tra blues e r’n’r!!! In fondo però sono sempre stato un rockettaro ed era da tempo che volevo avventurarmi in un sound più pesante. Probabilmente quello che mi ha fatto prendere la decisione sono stati i brani. Ho trovato un legame tra di loro a livello di suono e tematiche e ho pensato che potevano convivere nello stesso contenitore.

Centomila nessuno è il titolo del tuo primo capitolo da solista. Come è nato? Erano canzoni che avevi già nel “cassetto”?

Diventare solista non è stato premeditato, ma frutto del risultato del sound ottenuto. Molte tracce in studio le ho suonate con la mia band di rock’n’roll, i Marilù, ma in fase di registrazione ho perso il controllo del drive!!! Per questo il disco ha preso una strada diversa dalle aspettative e abbiamo deciso di farlo uscire a nome mio.

1949 è il singolo che ha anticipato l’uscita di Centomila nessuno. Una canzone che richiama all’essere controcorrente?

Si, più o meno. Quello che critico in questo brano è la tendenza a seguire le mode diciamo passivamente, senza documentarsi, senza una passione reale.

Sei anticonformista come canti nelle tue canzoni?

Non necessariamente, se qualcosa mi incuriosisce la seguo che sia di moda o no, senza vergogna. Anticonformista solo nei confronti delle cose che non condivido.

Dopo 1949 hai pubblicato il videoclip della canzone che dà il titolo all’album: Centomila nessuno. Ci sono particolari che danno il giusto significato a questa canzone?

Si, credo che il video rispecchi molto l’idea del testo. Una stanza chiusa in cui centomila me compiono azioni banali che in fondo non interessano a nessuno, tanto da diventare appunto centomila nessuno.

Quali sono i tuoi prossimi progetti? Stai lavorando a un nuovo capitolo da solista?

Si, ho materiale sufficiente per un secondo album, che spero di registrare a ottobre. Sarà un disco abbastanza diverso sia a livello di canzoni in se, più melodiche e meno bluesy, sia come sound, più elettronico.

Come definiresti la tua musica?

Non saprei dare una definizione, lascio fare a chi di mestiere.

Come vivi la musica e i social? Pensi che il web abbia dato risalto a artisti indipendenti come te?

È una discussione complessa, mi limito a dire qualcosina. Sapendoli usare (non è il mio caso) sicuramente si ottengono buoni risultati. Una cosa non mi piace, ed è una considerazione da spettatore più che da musicista. Quando non c’erano i social, suonare era l’unico biglietto da visita e se suonavi bene se ne parlava. Adesso mi sembra che venga prima l’essere forti online e suonare bene stia diventando secondario.

DT

 

 

 

 

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