Siamo tutti “FUORI TEMPO”? I LUMIED provano a rispondere per una generazione che non si riconosce nella velocità del mondo

Il diritto di rallentare: il trio apulo-romano torna con un pop-funky che sfida l’ossessione per la performance e rivendica la libertà di restare fuori passo, restituendo spazio all’identità

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C’è chi corre per arrivare primo. Chi per stare al passo. E poi c’è chi si ferma, si guarda dentro e sceglie di non rincorrere nessuno. Di non uniformarsi. Di camminare, e arrivare intero. Con il nuovo singolo “Fuori Tempo”, i LUMIED riflettono sul diritto di non adeguarsi, di scegliere un ritmo personale, libero dalle aspettative esterne.

Costruito su un impianto pop impreziosito da venature funky, il brano mette a fuoco una delle fragilità più condivise dalla Gen Z e dai Millennials: sentirsi disallineati rispetto al tempo degli altri. Un senso di inadeguatezza che è cresciuto in parallelo all’affermarsi di modelli identici, algoritmi omologanti e velocità non sostenibili.

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Secondo uno studio pubblicato dall’American Psychological Association, il 91% dei giovani tra i 18 e i 29 anni sente la pressione di raggiungere traguardi prestabiliti entro determinate età. Un numero che racconta molto più di una generazione insicura: racconta un mondo che ha dimenticato l’importanza di ascoltare il proprio tempo.

Il testo è esplicito sin dai primi versi: «Non sarò un clone, non diventerò un doppione, seguo il mio cuore e nessuna convenzione». In queste parole c’è il rifiuto netto di una traiettoria disegnata da altre mani, di modelli preconfezionati, di schemi standardizzati, di aspettative silenziose che condizionano le scelte personali.

“Fuori Tempo” è una risposta, e anche un’alternativa: quella di scegliere il proprio ritmo e riconoscersi nelle proprie unicità. Non è solo opposizione: è la scelta consapevole di un’identità costruita per sottrazione, più che per adesione.

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