A tu per tu con gli OVERKIND – La rock band veronese uscita in distribuzione per Universal Music. “186 STEPS” è il singolo che apre il nuovo album.

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Salve, partiamo subito dal singolo “186 STEPS”.  Parlateci di questo brano che nasce da un’esperienza “forte” e significativa.

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L’idea nasce durante la nostra visita del campo di concentramento di Mauthausen. Un’esperienza forte che ha scosso le nostre coscienze. La storia poi si ispira a quegli anni bui. Andrea (il cantante ndr) ha personificato il racconto di ciò che successe realmente nella cava di granito adiacente al campo di sterminio nazista. I 186 gradini del titolo si riferiscono alla “Scala della Morte” che collega il lager alla cava di granito sottostante e teatro delle più atroci malvagità. Nella storia del brano, un prigioniero del campo, è costretto a trasportare a mano un pesante masso di granito e, una volta arrivato in cima alla scalinata, viene obbligato con i fucili puntati addosso a spingere nel vuoto il compagno che lo precede.

La vostra passione per la musica rock come nasce e come si sviluppa.

In maniera differente in ognuno di noi in realtà. C’è chi è cresciuto con le note del rock che uscivano dalle casse dello stereo dei genitori o chi ha sviluppato la passione negli anni come una sorta di richiamo mistico verso un qualcosa di affascinante e sconosciuto. Ascoltare quella musica, entrare in quel mondo è già qualcosa che ti rende speciale perché capisci e apprezzi qualcosa che la maggior parte delle persone non riesce a comprendere. Non credo che il rock sia una scelta, è lui a scegliere te.

Perché la scelta del nome OverKind

In effetti la traduzione letterale potrebbe trarre in inganno perché non significa “gentilissimo” anche se in effetti siamo personcine a modo. Il significato del nome sta ad indicare qualcosa di eccessivo nell’accezione positiva della parola, qualcosa di non ben identificabile perché sovra-genere. Questo per identificare anche la nostra musica, che ha una base rock, spesso metal, ma che non si fissa verso i clichè tipici di un ramo musicale. Non vogliamo avere vincoli predeterminati per compiacere solo una fetta di ascoltatori. Vogliamo avere la libertà di poter fare ciò che ci ispira al momento senza la pressione di dover essere etichettati a tutti i costi. Il nostro nome rappresenta questo desiderio di libertà artistica.

La distribuzione è a cura di Universal Music, un bel traguardo per una rock band ed allo stesso tempo un punto di partenza. Raccontateci la vostra storia fino ad arrivare a questo album. 

Esattamente. Noi lo vediamo di più come un punto di partenza. Perché all’interno del mondo artistico/musicale la strada è veramente in salita, le porte sono chiuse e bisogna avere le spalle veramente larghe per ritagliarsi il proprio spazio. Non ti nego che in alcune giornate sembra prevalere un senso di frustrazione per come viene trattata la musica e l’arte in generale. Quasi come fosse qualcosa di infantile e di superfluo. Ma noi siamo un esempio di tenacia e determinazione. Dopo varie esperienze abbiamo intrapreso questo percorso con le idee ben chiare nella testa. Il primo album, “Acheron”, è il frutto di un processo che ci ha visti crescere e maturare con una consapevolezza diversa rispetto al passato. Un breve tour in est Europa, tra mille avventure e disavventure, ha unito ancora di più il nostro gruppo che si è ulteriormente compattato verso un’evoluzione ulteriore della nostra musica.

Il grande produttore Pietro Foresti ha visto del potenziale in noi e in quello che facevamo. E’ iniziata dunque una collaborazione che ci ha permesso di limare certi dettagli e scremare il superfluo per arrivare dritti al punto con le nostre canzoni. Il percorso fatto insieme è stato fondamentale per noi perché ci siamo scrollati di dosso alcuni preconcetti inutili e sbagliati e abbiamo capito la differenza tra macro e micro dettagli. Perché la musica dovrebbe essere un linguaggio universale ed in questo nuovo album siamo riusciti a renderlo tale. Potrà piacere a tutti i tipi di ascoltatori, anche a quelli più impensabili.

L’album omonimo è stato scritto durante il lockdown. C’era tutto il tempo di fermarsi e riflettere. Questo tragico periodo ha fornito grande ispirazione. Pochi mesi dopo abbiamo registrato l’album e la magia si è materializzata. E’ un album sincero e vero. E’ la nostra essenza riportata in musica. Ora siamo seguiti dal Manager Andrea Dulio che ci sta aiutando moltissimo ad orientarci in questo oceano inesplorato che è l’industria musicale. Vedremo se troveremo la strada maestra o se naufragheremo.

Un aggettivo per ogni componente della band

Andrea Zamboni (Voce e Piano): riflessivo

Riccardo Castelletti (Chitarre e Cori): tenace

Filippo Zamboni (Basso): perfezionista

Nicolò Fracca (Batteria): pratico

Gli OverKind nascono nel Luglio del 2016 a Verona da un’idea del chitarrista Riccardo “Richie” Castelletti, dal bassista Filippo “JiN” Zamboni e dal cantante Andrea Zamboni. Successivamente si unisce alla band il batterista Nicolò “Tino” Fracca. Obiettivo del progetto, è quello di portare avanti un concetto ed una visione totalmente privi di vincoli e limitazioni dettate dalla definizione di un linguaggio musicale statico. Niente etichette, solo musica. “Acheron”, uscito nel febbraio del 2019, è l’opera prima della band. L’album è liberamente tratto dal racconto più famoso al mondo: la “Divina Commedia” di Dante. Si tratta di un concept sui contenuti riproposti al presente, esaltandone l’attualità immortale.

“Acheron” viene presentato il 15 Marzo 2019 e viene poi portato in sede live su vari palchi italiani ed esteri ottenendo un ottimo riscontro da parte di critica e pubblico. Nel novembre del 2019, al termine di un breve tour in est Europa che ha toccato vari paesi (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia), la band firma una collaborazione con il produttore Pietro Foresti e si mette già al lavoro per la realizzazione del secondo album in studio.

 

 

 

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