Intervista al cantautore Stefano Colli: “Aquiloni” è un inno all’unicità di ognuno di noi

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di Sara Spaziani

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Aquiloni”, brano che lancia l’omonimo album d’esordio di Stefano Colli, è fuori in rotazione radio dal 5 febbraio, dal 12 dello stesso mese arriva anche il suggestivo videoclip, in anteprima su SkyTg24 https://tg24.sky.it/spettacolo/musica/2021/02/01/stefano-colli-aquiloni-video e su YouTube dal giorno 15 ( https://youtu.be/uM81IRo-SIU).

Aquiloni” è album ricco di collaborazioni importanti (Giò di Tonno, Iskra Menarini, Rebecca Pecoriello, per citare solo i nomi legati alla musica) e nasce dopo un lungo periodo di ricerca portato avanti da Stefano insieme al M° Giancarlo Di Maria e la sua etichetta Parametri musicali.

Non solo, si tratta di un’opera pluriartistica, grazie alla provenienza di Stefano dal mondo del teatro, che si avvale infatti della partecipazione di uno dei più grandi attori del nostro panorama cinematografico e teatrale Ivano Marescotti, e dell’apporto di Patrik Fongarolli Frizzera (ideatore de “Il lato fresco del cuscino”) per le illustrazioni.

Un progetto molto particolare, in cui diverse arti e diversi linguaggi (letteratura, teatro, illustrazioni, musica) dialogano per la creazione di un’opera originale.

Ne abbiamo parlato con Stefano per saperne di più, in esclusiva per i lettori di DiTutto…

 

Di cosa parla il singolo Aquiloni? E cosa rappresentano per te gli aquiloni?

Dal punto di vista tematico possiamo definire “Aquiloni” un inno all’unicità dell’essere umano e alla sua continua ricerca del senso profondo della vita, in cui ogni uomo è protagonista spaesato. L’analogia viene dal fatto che per me l’aquilone rappresenta tantissime cose: per volare ha bisogno di stare sospeso, lontano dalla terra, ma non così tanto da arrivare fino al cielo. Si trova in una sorta di limbo, ed è proprio in questa sorta di limbo indefinito che mi sentivo la prima volta che la mia mente ha raffigurato questa immagine per esprimere il mio stato d’animo di quel momento. Però l’aquilone è anche libertà, leggerezza, viaggio, fluidità e  cambiamento. E questi sono tutti temi molto presenti nel disco. Credo che la nostra società dovrebbe impegnarsi a valorizzare l’unicità degli individui, i talenti e le peculiarità del singolo, invece di perdere tempo a cercare etichette e scaffali su cui catalogarci. Accogliere la propria unicità e diversità, davanti a sé stessi e agli altri, trovo sia il più grande atto di libertà e coraggio.

Parlaci un po del video…

Il videoclip è stato girato trai colli bolognesi e i laghi di Suviana e vede la regia di Riccardo Sarti. Abbiamo scelto volutamente due ambient i molto diversi tra loro e due atmosfere differenti per far comprendere al meglio la scissione temporale che caratterizza la narrazione. Ai laghi di Suviana abbiamo girato sotto la pioggia proprio per valorizzare l’aspetto più malinconico. I due protagonisti del videoclip, infatti, si cercano, si rincorrono lasciando delle tracce a testimoniare il loro passaggio, senza però potersi mai realmente incontrare.

Hai un passato molto ricco e vario, raccontaci le tue esperienze più significative.

Durante il quarto anni di liceo ho avuto la fortuna di incontrare Lorenzo Scuda e Francesca Folloni, membri degli “Oblivion”, che stavano tenendo un corso pomeridiano di musical. Alla fine del corso sono stato inevitabilmente catapultato sul palco e, al di là di ogni mia aspettativa, mi sono sentito talmente a mio agio e libero, che non ho più saputo né voluto rinunciare a quella sensazione. Un’altra bella esperienza, essendo anche un grandissimo appassionato di cinema, è stata quella di potermi esibire per diversi anni al Festival del cinema di Berlino in occasione della cerimonia di premiazione del prestigioso “Premio Bacco”, conferito negli anni   a   personalità   del   cinema del calibro di  Sofia Loren,  Claudia Cardinale, Wim Wenders, Christian de Sica, Pierfrancesco Favino, Alba Rohrwacher.  E poi sicuramente l’esperienza a “The Voice of Italy” su Rai2 nel Team di Gigi D’Alessio è stat ad avvero potente. Non dimenticherò mai l’emozione che ho provato quando Gigi mi ha accompagnato al pianoforte e ha duettato con me sulle note di “Caruso” di Lucio Dalla. Ed è stato tutto assolutamente improvvisato! Oltre ad essere un grandissimo musicista, si è dimostrato molto umano, sensibile e attento, anche dietro alle telecamere e non è da tutti.

Che progetti hai per il futuro?

Nono stante il 2020 sia stato un anno drammatico e terribilmente incerto, ho avuto la fortuna di lavorare (durante quei pochi mesi in cui i teatri sono stati aperti da Agosto a Ottobre 2020) ad un nuovo spettacolo prodotto da Fondazione Aida di Verona con la regia di Manuel Renga: “Il Gruffalò”, commedia musicale tratta dal bestseller di Julia Donaldson e Axel Sheffler tradotto in oltre 30 lingue in tutto il mondo. Nel cast insieme a me ci sono Federica Laganà, Giuseppe Brancatoed Elisa Lombardi. L’obiettivo più vicino è quindi quello di ripartire in tour con questo spettacolo appena riapriranno i teatri e naturalmente promuovere questo progetto discografico a cui tengo tantissimo, e far volare questi “Aquiloni” il più a lungo possibile.

 

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