Storia di un’illustre italiana: Rosalba Giovanna Carriera, ritrattista, pastellista e miniaturista.

ADV

ADV

 

di Ester Campese

ADV

ADV

L‘arte raffinata della pittrice e miniaturista veneziana Rosalba Carriera, vissuta a cavallo del 1600/1700, iniziò dipingendo minuti ritratti negli interni delle tabacchiere passando solo successivamente al pastello. Questa fu probabilmente una scelta vincente escludendola dalle competizioni dei più famosi pittori dell’epoca e riuscendo a ritagliarsi un suo proprio filone.

Rosalba nacque a Chioggia e fin da giovanissima fu indirizzata agli studi di musica e pittura, per volere del papà, sotto la guida dei più eccellenti artisti dell’epoca tra cui il Diamantini, Balestra e Steva e non da meno del Lazzari.

Inizialmente come detto realizzò stupende miniature nelle tabacchiere che facevano riferimento alla vita quotidiana delle donne e/o a temi mitologici legati alla donna.

Con la realizzazione del ritratto a pastello di Antonio Maria Zanetti, tipografo dell’epoca, avvenne la svolta che le portò non solo la fama ma anche l’ammissione all’Accademia di San Luca a Roma nel 1705, cosa non scontata per le donne di quel periodo. Ciò anche grazie all’amicizia con Chrstian Cole, amante dell’arte e giunto in Italia per il Grand Tour del 1705.

Rosalba a soli 36 anni era già nota in tutta Europa e lavorò nelle città più prestigiose per l’arte tra cui, oltre che naturalmente Venezia, anche Modena, Parna e poi Parigi, Vienna e Polonia.

Si specializzò nei ritratti e sono diversi i dipinti realizzati per Luigi XV ed i membri dell’aristocrazia e delle corte francese. Anche Re Giorgio III e Federico-Augusto II ne rimasero affascinati accogliendo le sue opere a corte.

Rosalba Carriera, come detto, era nota ed ottenne riconoscimenti in tutta Europa e oltre che far parte dell’Accademia di San Luca a Roma fece anche parte dell’Accademia reale di Francia cosa che avvenne durante il suo soggiorno parigino, ospite di Pierre Crozat e di Antoine Watteau.

Non era una donna bella, ma certamente aggraziata e carismatica con un suo proprio fascino. L’unico vezzo che soleva usare era appuntare un rosa bianca tra i capelli come memento del suo nome rosa, e l’alba (bianco in latino). Un suo autoritratto dipinto nel 1710 ca per il Gran Principe Ferdinando de Medici si rappresenta proprio con una rosa bianca.

Uno dei suoi deliziosi lavori è senza dubbio “La musa”. L’opera fu probabilmente realizzata dalla Carriera per Augusto II, duca e principe elettore di Sassonia, che con più di cento dei suoi pastelli, riempì un’intera stanza nel suo palazzo a Dresda. La raffigurazione presenta un’aggraziata donna che volta il capo verso sinistra, rivelando il suo seducente collo con la bianca pelle di porcellana, tipica delle realizzazioni della pittrice.

 

ADV

ADV