DITUTTO. Intervista Esclusiva a I GINEZ E IL BULBO DELLA VENTOLA

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I Ginez e il bulbo della ventola è una band ligure che nel 2018 ha ottenuto un ottimo risultato con l’album d’esordio “… canzoni, bottiglie e altre battaglie”.

Hanno calcato il palco del Tenco Ascolta come unica band ligure e sono stati i protagonisti, insieme a Eugenio Finardi, Mirko e il cane e tanti altri, del festival “Su la testa” che si è tenuto a fine 2018.

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Gli abbiamo intervistati in occasione dell’uscita del loro nuovo album “L’ultima cena”.


Ragazzi, ben trovati su DiTutto. Nuova avventura dopo “…canzoni, bottiglie e altre battaglie”. Volete presentarci il vostro nuovo album intitolato “L’ultima cena”?

Innanzitutto, grazie a voi per averci nuovamente ospitato sul vostro magazine. Ebbene sì, eccoci di nuovo in ballo con un nuovo disco. “L’ultima cena” è il nostro nuovo album, composto da dieci brani e una piccola sorpresa. Il disco è stato registrato da Piergiorgio Miotto a Ronco Biellese ed è stato presentato ufficialmente il 19 aprile 2019. Il 31 maggio è uscito sulle più importanti piattaforme digitali.

La voglia di pubblicare un nuovo album “L’ultima cena” è nata sulla scia del risultato avuto con il vostro album d’esordio?

I buoni risultati di “Canzoni, bottiglie e altre battaglie” sono stati sicuramente di stimolo, ma ritengo che quando si decide di pubblicare un album è perché ci sono delle canzoni che hanno un motivo per essere registrate su un disco.

Ci sono titoli molto interessanti tra le canzoni del vostro nuovo album. “Lampedusa” è una canzone che è nata influenzata da quello che accade nel nostro Paese?

Il brano “Lampedusa” racconta una storia di migranti. Ogni giorno vediamo come questo fenomeno subisca una sorta di strumentalizzazione politica. Questa canzone, con un refrain musicale che ricorda un po’ le balere degli anni 60, non vuole essere un banale j’accuse, ma vuole raccontare quello che qualsiasi essere umano potrebbe trovarsi a vivere sulla propria pelle quando subisce un esilio, una deportazione, una fuga. Sono tutte situazioni che hanno come minimo comune denominatore il trovarsi a rischiare la propria vita e quella dei propri cari. In un paese come il nostro, dove in molti si lamentano per come vanno male le cose, mi domando in quanti sarebbero disposti a salire su un barcone, rischiando la propria vita, alla ricerca di un fantomatico eldorado.

Possiamo dire che le canzoni del primo album sono la prosecuzione, in uno stile musicale più posato delle canzoni contenute nel vostro album d’esordio? Una su tutte è “Se Vuoi”, il vostro singolo che ha anticipato l’uscita dell’album.

Sì, ritengo si possa parlare di “prosecuzione” dal momento che trovo del tutto naturale continuare un certo tipo di discorso, per molti versi autobiografico. Quello che caratterizza questo album è una più marcata attenzione all’intimità attraverso un viaggio diretto all’introspezione. “Se vuoi” ritengo sia una bella e onesta canzone d’amore e il fatto che sia nata in maniera del tutto naturale o, come si suol dire, “di pancia”, conferma un legame con le canzoni del nostro album precedente.

Lo scorso anno vi domandammo se c’era bisogno di avere un team per far conoscere la musica fuori da ogni sistema. Avete coinvolto gente per la realizzazione e la diffusione di questo secondo capitolo della vostra storia artistica?

Crediamo che gran parte del merito dell’uscita di questo album sia proprio delle persone che ne hanno reso possibile la sua realizzazione. Sarebbe molto difficile riuscire a realizzare tutto da soli, senza il supporto di un team. Persone come il nostro manager Giuseppe Gadaleta, il nostro ufficio stampa Salvatore Imperio, Elena Chessa, Giada Briatore, Alessandra Falcione, Matteo Pesce, Gnerrons e tanti altri sono stati fondamentali per questa nuova avventura.

Quanto influisce la vostra Liguria nelle vostre canzoni?

Spesso nelle interviste mi sono trovato a parlare della Liguria che, di fatto, è un po’ il nostro specchio, è la terra alla quale siamo ancorati e che, nello stesso tempo, ci spinge ad andare via. È la curva e il precipizio, è la salita, ma anche la discesa. È l’orizzonte che ci spinge ad andare sempre più lontano.

Con questo secondo album, confermate il vostro stile molto vicino alla canzone d’autore. Come vedete voi lo stato della musica d’autore in Italia?

La canzone d’autore è sicuramente il modello espressivo più vicino a noi, ma è anche vero che le diverse influenze assorbite negli anni caratterizzano in maniera un po’ più variegata alcuni suoni e diverse atmosfere. La musica d’autore in Italia sta benissimo, basta solo cercarla. Ricordiamo, tanto per citarne alcuni, Folco Orselli, Federico Sirianni, Giulio Wilson, Beatrice Campisi, Roberta Giallo, Davide Geddo, Sergio Pennavaria, L’Orage, Edoardo Chiesa e molti altri….

Come viene accolto il vostro album da chi lo ha ascoltato?

Difficile rispondere… questa domanda andrebbe posta direttamente al nostro pubblico, ma posso dire che, finora, le reazioni sono state decisamente positive.

In questo album c’è anche una vostra canzone in francese, “Canal Saint Martin”. Come è nata questa canzone e di cosa parla?

Questa canzone nasce dalla voglia di suonare un pezzo in francese. Quando vivevo in Francia, uno dei luoghi da me più amati era il Canal Saint-Martin a Parigi. Il testo è della mia ex moglie Cecile Godineau che è una poetessa eccezionale. All’epoca le chiesi di scrivere qualcosa su questo canale, io creai la musica e così nacque la canzone. Nel testo si parla contemporaneamente del canale e di una donna. La cosa più bella è che durante il brano le due cose si fondono fino a non capire più di quale delle due si stia parlando. È la femminilità incarnata nello spirito del canale.

Ragazzi siamo alle battute finali. Secondo voi quali sono le emozioni che potranno arrivare a chi ascolterà questo vostro nuovo lavoro?

Fortunatamente la musica è un’espressione democratica e libera ed è per questo che credo sia amata praticamente da tutti. Spero che ognuno possa trovare in questo album qualcosa in cui riconoscersi.

DT

 

Videoclip Ufficiale: https://www.youtube.com/watch?v=xL1AznJH6UM

 

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