Intervista Esclusiva ai JASPERS, la band musicale ufficiale della trasmissione tv “Quelli che il calcio”

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<< La musica è una bestia esigente e se non la si rispetta con il giusto impegno, prima o poi si ribella>>

I Jaspers li possiamo vedere all’opera ogni domenica su RaiDue come band  musicale ufficiale della trasmissione “Quelli che il calcio”, ma raccontateci le origini di questo progetto musicale: come vi siete conosciuti e come avete iniziato a fare musica insieme? 

Ci siamo conosciuti al “CPM” Centro Professione Musica, celebre scuola di musica di Milano fondata dal chitarrista della PFM Franco Mussida, che poi si è appassionato al progetto diventando editore del nostro primo disco. Abbiamo iniziato a suonare un po’ per caso, selezionandoci vicendevolmente a pelle e per attitudine, per poi scoprire che eravamo effettivamente i più pazzi della scuola! Già dopo il primo concerto ci siamo accorti che l’energia che si creava  era qualcosa di davvero diverso dal solito! 

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Quando si pensa agli artisti spesso non si parla delle competenze effettive che ci stanno dietro; quanto è importante la preparazione musicale nel vostro lavoro? 

Direi importantissima, bisogna essere molto preparati. Quando si parla di musicisti si pensa solo a quell’ora o due di concerto, o ai tre minuti di un videoclip, sottovalutando tutto il lavoro fondamentale che c’è dietro: le ore passate a studiare il proprio strumento e quelle a provare insieme. La musica è una bestia esigente e se non la si rispetta con il giusto impegno, prima o poi si ribella. 

Il percorso di una band è senza dubbio diverso da quello di un artista solista, quali sono i punti di forza dell’essere un gruppo e quali le eventuali difficoltà?

Ovviamente essere in gruppo vuol dire avere la forza di 6 invece  che di 1, vuol dire avere un continuo scambio di idee che porta a dei risultati completamente diversi e inaspettati da quelli che avremmo singolarmente,  infine vuol dire essere una famiglia, capirsi e sostenersi come persone prima che artisti… Quindi risate, scherzi, litigate, urla e schiamazzi sono sempre all’ordine  del giorno.

Sul palco dal vivo scatenate un’energia contagiosa che va oltre la musica, infatti siete molto attenti anche ai “costumi di scena”; sono stati studiati e realizzati da voi stessi? 

L’impatto scenico per noi è fondamentale quanto quello musicale. Vogliamo che i nostri concerti siano delle esperienze diverse, che portino noi e il pubblico su un altro pianeta, e che per un’ora o due ci facciano dimenticare la realtà e i problemi di tutti giorni. I costumi sono nati spontaneamente dalla personalità di ognuno di noi, e vengono perfezionati e cambiati continuamente per contribuire alla completezza del progetto. Sappiate che a quasi un decennio di attività  cominciamo anche noi a dubitare della vera faccia dell’ “uomomacchina”/tastierista.

Quale è stata la prima pubblicazione discografica dei Jaspers e quali sono i brani più richiesti durante i vostri live?

Il nostro primo disco si chiama Mondocomio e risale al 2012. Nei live ci vengono molto richiesti sia brani tratti da questo disco, in particolare Divisioni e Palla di Neve, sia produzioni più recenti uscite come singoli, che sono Mr. Melody e In Fondo Al Mar, cover della celebre colonna sonora Disney.

Uno step importante della vostra carriera è stato sicuramente il singolo Mr.Melody che vanta la produzione musicale di Cass Lewis degli Skunk Anansie e di Diego Maggi. Come è avvenuta la collaborazione?

Diego Maggi lo conosciamo da sempre perché insegnava al CPM quando noi eravamo studenti. Con lui abbiamo anche realizzato il singolo In Fondo Al Mar. Cass Lewis l’abbiamo avvicinato tramite il nostro manager, Roberto Galli, e si è subito appassionato al progetto. Così abbiamo lavorato insieme ad alcune canzoni, sia a Milano che a Londra, e abbiamo concluso la collaborazione con la produzione di due singoli:  Mr. Melody insieme a Diego Maggi e Mastica insieme a Larsen Premoli.

La parte musicale è fondamentale, ma al giorno d’oggi anche un buon video promozionale può fare la differenza, infatti i vostri videoclip sono sempre molto interessanti ed originali; con quale spirito approcciate alle riprese di un nuovo video? 

È divertente perché ogni volta che c’è da realizzare un videoclip cominciamo a fantasticare con un tale entusiasmo che a un certo punto ci fermiamo e ci rendiamo conto che la nostra idea è diventata talmente elaborata da aver bisogno di un budget Hollywoodiano! Così torniamo coi piedi per terra e partiamo dal significato del testo, in modo che il video possa aiutare la comprensione del pezzo e magari aggiungervi ulteriori sfumature. Poi passiamo l’idea base al videomaker e lasciamo che sia lui a svilupparla e ottimizzarla, perché teniamo molto al  suo contributo artistico. 

E’ da pochissimo uscito il vostro nuovo singolo Tonalità, affidato alla produzione artistica di Jason Rooney e Fabio B, raccontateci come è nata questa canzone e cosa volete comunicare attraverso di essa.

La canzone è nata dall’esperienza diretta che abbiamo avuto con un nostro amico, il quale ha passato un periodo molto difficile della sua vita. Il brano parla  di quanto ognuno di noi possa perdersi nel corso della vita e di come la nostra visione di essa possa influenzarci. Sta soprattutto a noi scegliere se vivere una vita spenta o a colori e vivere nella giusta “tonalità”, quindi “intonati” con noi stessi.

Ancora una volta il videoclip riesce a stupire e ad apportare un valore aggiunto al brano attraverso una tecnica di realizzazione quasi come fosse un cartone animato. In che modo è stato girato?

Il video è realizzato tutto in stop motion e con sola carta. Quindi tutto quello che vedete non è digitale, ma è stato creato realmente con modellini di carta. Noi 6 abbiamo fatto solo delle riprese del playback, per poi essere stampati e animati sempre con lo stesso metodo, un bellissimo lavoro di arte e artigianato ad opera di Stefano Bertelli di Seenfilm.

Nell’attesa di riascoltarvi e rivedervi in TV e nei vostri concerti dal vivo vogliamo farvi una domanda “da backstage”: avete dei riti propiziatori o delle abitudini particolari come band prima di salire sul palco?

Prima di ogni concerto capita davvero di tutto, da quello che fa stretching a quello che è  perso chissà dove a meditare, da quello che dorme fino a quello che non trova mai i vestiti di scena.. .ma a 5 minuti prima di salire sul palco tutto si risolve e… inizia lo show!

DT

 

 

 

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