PINTALDI PRESIDENTE DI GIURIA @PREMIO BAROCCO FESTIVAL

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Adriano Pintaldi

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E’ arrivato il momento di rivelare il nome dell’ospite d’onore del Premio Barocco Film Festival, il concorso di cortometraggi e video clip dedicato ai registi emergenti voluto da Andrea Cartenì e coadiuvato dal filmmaker Francesco Luperto.

Calcherà la scena dell’evento previsto per il 23 e 24 maggio nella splendida cornice del Teatro Garibaldi di Gallipoli il grande Maestro Adriano Pintaldi, regista e scrittore, direttore dal 1983 del FantaFestival (la Mostra internazionale del Film di Fantascienza e del Fantastico), insieme ad Alberto Ravaglioli, il suo fondatore.

FantaFestival si colloca nel novero delle più importanti manifestazioni internazionali del genere; ha presentato e lanciato in Italia registi divenuti poi tra i più conosciuti nel cinema fantastico mondiale, rendendo realtà il sogno di tanti giovani registi riuniti in un database nazionale all’interno del ufficiale della manifestazione.

Autore della sezione “regista – autore – sceneggiatore” dell’opera del 2012 dedicata al grande Aldo Fabrizi dal titolo “Aldo Fabrizi – Arte romana al cinema e in cucina”, edita da Maggioli Editore; del 2011 è l’omaggio a Franco Zeffirelli dal titolo “Franco Zeffirelli, l’arte della mise en scene”, nell’ambito dell’evento “Roma Film Festival” che in quell’anno lo vede premiato d’onore; l’opera scritta diventa poi un documentario, una raccolta di parole e sequenze dei film del grande Maestro Zeffirelli e degli interventi rilasciati da alcuni dei suoi memorabili attori, come Liz Taylor e Richard Burton: la firma è sempre quella di Adriano Pintaldi.

Nel 2009 a lui il plauso per la grande retrospettiva dedicata a Lina Wertmuller, realizzata in collaborazione dal Centro sperimentale di cinematografia e la pubblicazione di un volume intitolato Lina Wertmuller: travolti da un insolito cinema.

Nella sua filmografia ricordiamo la regia e la sceneggiatura di “Christian De Sica, segni particolari: Bellissimo” (del 2013), la regia di “Stefania Sandrelli – L’Arte di Essere Donna” (del 2012), la regia e la sceneggiatura di “Pupi Avati, Un poeta fuori dal coro” (del 2010).

Al grande Pupi Avati dedica anche il DVD FILM “Il cinema di Pupi e Antonio Avati – Un viaggio tra memoria e Natura”, edito da Feltrinelli.

Sono aperte le iscrizioni per il concorso che si svolgerà il 23 – 24 maggio presso il Teatro Garibaldi di Gallipoli.

Per ricevere tutte le informazioni e partecipare al concorso occorre scrivere a baroccofilmfestival@libero.it

 

GIANNI MINÀ AL PREMIO BAROCCO FESTIVAL

mina

Tra scrittura e impegno sociale, un evento dedicato
ad una penna emerita del giornalismo italiano

 

 

Si apre con la presenza di un importante nome del giornalismo italiano la 46ma edizione del Premio Barocco Festival per la sezione Letteratura.

Gianni Minà, uno dei giornalisti italiani più conosciuti all’estero per i suoi reportage e documentari che hanno evoluto il linguaggio giornalistico della televisione, presenterà il suo libro “Il mio Alì” dedicato al leggendario  Cassius Clay-Muhammad Ali.

Minà, voce narrante di innumerevoli Mondiali e Olimpiadi oltre a decine di campionati mondiali di pugilato, ha seguito tutta la vicenda umana e sportiva del pugile, fino a raccontarne il mito. L’appuntamento, che gode del patrocinio dell’Assessorato al Turismo e Spettacolo del comune di Gallipoli, rientra nel cartellone della Stagione teatrale “Arte Viva”, grazie all’attenzione prestata dal primo cittadino della città bella, dr. Francesco Errico, da sempre attento ai temi legati al sociale e alla cultura.

Lo storico Teatro Garibaldi di Gallipoli, nel cuore della città antica, la location dell’evento  che si terrà venerdì 5 giugno alle 18,30 e che si avvarrà anche della prestigiosa partecipazione del giornalista Rai, Attilio Romita nella veste di moderatore.

Il libro, edito da Rizzoli, raccoglie gli articoli scritti da Gianni Minà su Cassius Clay-Muhammad Ali dal 5 marzo 1971 ad oggi, con una prefazione d’autore firmata dalla cantante Mina, grande appassionata ed esperta di pugilato.

Minà, per il Tg2 della Rai, seguiva, dall’inizio degli anni ’70, l’avventura umana e sportiva del “mito americano con la faccia nera”, il più prestigioso pugile del secolo appena trascorso. Una sorta di diario accompagnato dagli articoli, dettati “a braccio” nella notte, da Los Angeles o da Las Vegas, da Kinshasa o da Manila, al Corriere dello Sport e poi anche a la Repubblica e altri giornali. Queste cronache caratterizzavano gli Stati Uniti di quegli anni, quelli del riscatto degli afroamericani, di Martin Luther King, delle conquiste de “l’altra America”, l’America che lottava per l’affermazione dei diritti civili.

Cassius Clay, che per abbracciare la fede musulmana aveva cambiato il suo nome in Muhammad Ali, non solo fu al centro di questi eventi sportivi e sociali, ma ne fu in molti momenti uno dei protagonisti. Da allora fino a tempi più recenti quando, nel 1991, si impegnò perfino per la liberazione di alcuni cittadini nordamericani sequestrati in Iraq da Saddam Hussein. Una vita narrata da una penna eccellente oltre che da un testimone diretto, un’esistenza fatta di eventi storici, compresa la commovente accensione della fiamma olimpica di Atlanta, già fragile e tormentato dal morbo di Parkinson.

Una scrittura “emotiva” quella di Minà, dalla quale si evince la personalità dell’uomo oltre che del cronista, da sempre particolarmente attento ai temi sociali di grande portata. Non a caso, oggi, Minà edita e dirige la rivista di geopolitica “Latinoamerica e tutti i sud del mondo”.

La rivista, nata nel 1979 a Roma, ha riunito sin dal principio studiosi, osservatori, commentatori, testimoni intorno al progetto di parlare in Italia di un’area di mondo che in un libro di Minà è stato definito “un continente desaparecido”.

Proprio per evitare che l’America Latina sparisse dall’informazione italiana ed europea, gli appassionati fondatori decisero fin dall’inizio di parlare di quelle terre, di quelle culture, di quelle esperienze politiche senza superficialità, con grande rispetto e con tutta la competenza possibile, cercando da una parte di incentivare gli studi italiani su quel continente e dall’altra, di offrire punti di vista, bibliografie, analisi, denunce provenienti direttamente da quella che Che Guevara definiva “nuestra grande America”.

Latinoamerica” attualmente si presenta come un trimestrale e continua a cercare di caratterizzarsi ancor di più sull’attualità scritta dai pensatori e dagli uomini di cultura più prestigiosi del continente, tra i quali Sepúlveda, Gelman, Galeano, Paco Ignacio Taibo II, Chavarría, Retamar, Miguel Bonasso, Rolo Diez, Ernesto Sabato, Frei Betto, Rigoberta Menchú, vale a dire da coloro che sono ancora convinti non sia una professione da stupidi rifiutare l’immagine di un continente ineluttabilmente condannato alla miseria e alla sconfitta e quindi pronti a ribellarsi con le loro denunce e le loro analisi, ai modelli economici e alle impostazioni sociali che, molto spregiudicatamente il mondo che conta, quello occidentale, si ostina a proporre, anzi ad imporre all’America Latina e a tutto il Sud del mondo.

La rivista è in vendita on line, dal n. 93 nel negozio www.gmeshop.it, nelle librerie Feltrinelli e in tutte le librerie indipendenti.

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