DITUTTO. Intervista Esclusiva a PAOLO MOLINARI

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“Killer” è il singolo con cui Paolo Molinari, presenta il suo nuovo lavoro intitolato “Adesso come ieri”, un album pieno argomenti interessanti con testi delicati e diretti e che lascia qualcosa in chi lo ascolta.

Paolo Molinari, romano classe ‘69 è cresciuto a Montelibretti, paesino della Sabina Romana. Oltre agli studi classici e la laurea in ingengeria informatica, ha realizzato il “so-palco studio recording”. Compone e pubblica con le edizioni Jump (Milano) CD di sonorizzazioni ad uso dei consulenti musicali RAI  (edizioni vendute anche in diversi paesi europei).

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L’album è stato completamente autoprodotto sia nella parte musicale (arrangiamenti, registrazione e mix) che nella parte grafica ed è stato realizzato dall’autore nel proprio studio. Il mastering è stato affidato alla mano di Fabrizio De Carolis presso il Reference Mastering Studio di Roma.

La band che ha contribuito alla realizzazione è composta da: Ivo Mileto (basso), Fabio Tranquilli (batteria), Fabrizio Quacquarini (acustiche), Leonardo Angelucci (elettriche) e Andrea Mancinetti (elettriche).

 

Benvenuto su Ditutto. “Adesso come ieri” è un album molto intenso. Possiamo dire che è racchiuso il tuo pensiero su tanti argomenti di vita?

Certamente! L’album è scritto in maniera sentita, senza costrizioni di sorta, per cui sicuramente è sincero e racconta le mie sensazioni su alcuni aspetti e argomenti della vita.

La scelta del sound di questo album. Ascoltando “Killer” temi un confronto con il sound contemporaneo?

Non temo il confronto perché in realtà l’album è stato prodotto senza alcuna ambizione di confrontarsi con il modo di fare dischi oggi. E’ stato prodotto ed è frutto del mio gusto musicale, probabilmente un po’ retrò, ed è uscito così grazie anche all’apporto dei musicisti che hanno partecipato alle sessioni in studio, amici più o meno della mia stessa età che, quindi, hanno vissuto periodi musicali in cui il suono era di un certo tipo. Viceversa, avrei potuto temere il confronto se avessi lavorato per ottenere un sound moderno, o meglio in linea con il mercato, e non ci fossi riuscito.

Abbiamo toccato il mondo della musica. In che stato trovi la musica italiana?

Non so se sono in grado di fare considerazioni serie sullo stato della musica italiana oggi… ci provo… Se ascolto le radio più blasonate, mi viene da dire che ci si uniforma molto a determinati standard e, alla lunga, l’ascolto dei brani risulta monotono. Se ascolto radio locali, che per loro natura hanno deciso di caratterizzarsi dalle altre, allora riesco ad ascoltare qualcosa di diverso. In tal caso quello che ascolto può piacermi o non piacermi, per una questione di gusti personali, ma obiettivamente si ascoltano cose “diverse” e ben fatte. La musica italiana c’è e va difesa. Va difesa la canzone in lingua italiana, va difesa la melodia italiana e il cantautorato italiano.

Cosa pensi del cantautorato italiano e del fermento artistico che vive l’Italia?

Come già detto in altre occasioni, sono convinto che in Italia ci siano bravissimi cantautori ed in questi ultimi anni sta uscendo la nuova generazione cantautorale italiana che cambia nel linguaggio e nella composizione, in alcuni casi come un remix di più vecchi e consolidati cantautori. Spesso molti di questi nuovi cantautori sono nuovi alla massa, ma non lo sono né anagraficamente né artisticamente. Il ritardo con cui giungono alla massa testimonia il fatto che qualcosa non funziona o potrebbe funzionare meglio. La vecchia RCA che puntava ai 10 artisti giovani, li coltivava e li proponeva da subito in maniera incessante, adesso è stata sostituita dalle mille piccole etichette che cercano di diffondere il milione di artisti che grazie alle nuove tecnologie riescono ad prodursi il proprio album. Questa dinamica deve ancora trovare il suo modo corretto di funzionare.

Qual è la maggiore difficoltà che si incontra per avere la possibilità di farsi ascoltare?

Manca il contatto semplice, diretto e certo con chi dovrebbe essere deputato a selezionare. Già riuscire ad avere un feedback del tipo “grazie per averci inviato il suo materiale” è un successo! La norma è che nessuno ti risponde. Parlo della mia esperienza; con il mio lavoro ho tentato di far ascoltare le mie cose sempre a distanza: magari funzionerebbe meglio chiamando, prendendo un appuntamento, andando di persona con il prodotto in mano, magari…

Come definiresti le tue canzoni?

Belle, orecchiabili, musicali, leggere…

Ci sono persone che hanno creduto in “Adesso come ieri” sin dal primo momento?

Chiunque lo abbia ascoltato, dagli amici ai produttori, dai parenti ai colleghi musicisti, tutti hanno espresso considerazioni positive. Sui testi soprattutto, ma anche ai brani più in generale, ben legati tra loro e piacevoli da ascoltare nella loro sequenza. L’unica osservazione, fattami da alcuni produttori, è stata quella di non aver “mirato il mercato”.

Tre motivi per cui, i lettori di Ditutto dovrebbero ascoltare “Adesso come ieri”?

Perché vale quanto detto sopra. Se ho scritto canzoni come “Ishmael”, oppure “Amami ancora”, per esempio, sarebbe un peccato non ascoltarle almeno una volta. Sono canzoni scritte con il cuore, realizzate con la passione di chi con la musica non vive, ma non vive senza musica. Su questa frase  – ironizza Paolo – detengo i diritti d’autore!!!

Paolo, ti ringraziamo per aver scambiato quattro chiacchiere con noi. A presto.

DT

 

link video: https://www.youtube.com/watch?v=m43ipgyrqY8

 

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